Pieve di San Giovanni Battista
La pieve di San Giovanni Battista, un tempo di Santa Maria, sorge in località Pieve, capoluogo di Tremosine.
La pieve di San Giovanni fa parte della diocesi di Brescia e la sua circoscrizione era costituita da un territorio impervio, contraddistinto da forre e burroni, con piccoli nuclei di abitazioni unite da sentieri in quota e collegato con la riva del lago da una strada a mezza costa verso Limone oppure attraverso il greto dei torrenti; a causa di ciò vi fu nel XII secolo una proliferazione di chiese private ed oratori che resero necessaria nel 1187 una bolla papale di Urbano III nella quale era fatto divieto a chiunque di costruire cappelle senza il consenso dell’arciprete o del vescovo di Brescia.
Facevano parte della circoscrizione della pieve di San Giovanni: la chiesa di San Lorenzo a Voltino, la chiesa eremo di San Michele, San Pietro e San Benedetto a Vesio e altre cappelle situate prevalentemente lungo il sentiero a forma quadrangolare che percorreva il limite dell’altopiano di Tremosine. La pieve di San Giovanni è costruita in cima alla parete rocciosa che dall’altopiano scende a strapiombo sul lago, dove originariamente vi era una cappella dell’ VIII secolo dedicata a Santa Maria poi demolita per far posto alla nuova costruzione nel corso della seconda metà del XII secolo a cui venne affiancata anche la torre campanaria; quest’ultima è a base quadrata, presenta delle lesene con archetti pensili e, nella parte della cella campanaria, sono inseriti dei frammenti scolpiti in pietra di epoca alto medievale.
La pianta della chiesa originaria è suggerita dalla visita pastorale del vescovo Morosini, nel 1646, che ricorda un battistero davanti alla facciata e in asse con la chiesa. L’antichità del battistero, oltre che da un frammento di arredo di VII-VIII secolo con decorazione geometrica ad archetti intrecciati che reca un’iscrizione a san Giovanni (IVHA…) è confermata nella visita del Borromeo del 1580 che ordina di costruire all’interno del fonte una vasca più piccola, adatta al nuovo rituale di battesimo per aspersione; ….. La presenza del battistero con una grande vasca, probabilmente ad immersione, suggerisce che ancora nel XVI secolo sopravvivessero in alzato la chiesa altomedievale ad aula unica e il battistero indipendente davanti alla facciata, una configurazione che si può ipotizzare anche per le pievi di Tignale e Salò e che ci riporta quantomeno ad età altomedievale. Solo nel 1646 secolo il battistero viene demolito e la chiesa allungata a comprenderne lo spazio. Gli interventi dell’XI secolo riguardarono dunque il campanile, la canonica e forse, come a Tignale, l’abside. Il campanile, fino a 16.50 m di altezza, è tipicamente romanico, sia per la tecnica costruttiva in bozze di pietra di varia dimensione, disposte in corsi regolari, sia per il riquadro centrale con quattro specchiature suddivise da una lesena e coronate da triplici archetti in frammenti di laterizi, sia per le finestrelle a feritoia. (G.P. Brogiolo)
Nel XVI secolo la chiesa venne modificata con l’allungamento della navata mentre l’assetto attuale le venne dato verso la fine del XVII e inizio del XVII secolo, con la realizzazione degli altari e delle decorazioni interne. Al suo interno troviamo gli altari della Madonna del Rosario e quello della Sacra Famiglia entrambi risalenti al Seicento, quello della Madonna dei Miracoli del Settecento e quelli dedicati ai SS. Rocco e Valentino, dell’Immacolata e dell’Ultima Cena.
Oltre agli altari conserva diverse preziosissime opere, come il coro del presbiterio, i confessionali e il Settecentesco bancone in legno della Sacrestia, opera dello scultore trentino Giacomo Lucchini.
Infine, abbellisce l’altare maggiore una preziosa pala, dono di Angelo Donati a questa chiesa, raffigurante la “Nascita di San Giovanni Battista” ad opera del Barbieri.