Scaligeri (Della Scala) Verona
Scaligeri (Della Scala) Verona
La famiglia ghibellina appellata degli Scaligeri (Della Scala) aveva inizio politicamente nella seconda metà del secolo XIII, quando fu sterminata la potente casa da Romano, che a mezzo del suo Ezzelino III per oltre trent’anni aveva dominato specialmente sulla sponda veneta del lago e portò Verona da Comune a Signoria.
Scaligeri (Della Scala) Verona: Già nel 1180 c’era un tale Arduino Della Scala “mercante di panni” che ebbe due figli: Leonardino e Balduino da cui ebbe inizio la dinastia scaligera; suo figlio Jacopino, ebbe come figli: Manfredo da Margherita Giustiniani; Leonardino (Mastino I), Alberto, Bocca e Guido da Elisa Superbi. Mercante di lane e abile politico, divenne vicario imperiale di Ostiglia e podestà di Cerea.
Leonardino della Scala detto Mastino I ( …. – 17 ottobre 1277), figli: Niccolò (legittimo), Guido, Pietro, Ardito, Francesco, Verde. Scomparso Ezzelino III (1259) il Comune di Verona si affretta ad eleggere podestà Mastino I, che sarà capitano del popolo nel 1260 e capitano della Casa dei Mercanti dal 1261 al 1269. Abile in politica, si tiene favorevole la classe mercantile (ricca e che forniva soldati) e dopo un breve periodo lascia la carica di podestà al veneziano Andrea Zeno, cogliendo così i favori di Venezia e il permesso di commerciare e trafficare sull’Adige per i mercanti veronesi; si deve a lui la completa ristrutturazione e fortificazione del castello di Sirmione. Nel 1265 conquista Trento scacciando il principe vescovo e nel 1266 il vicentino; nel 1269 scende in Italia l’imperatore Corradino di Svevia e Mastino I lo accoglie e lo sostiene militarmente, ma papa Clemente IV scomunica, oltre che l’imperatore, anche Verona e i ghibellini tutti. Nello stesso anno, per volere del vescovo di Verona frà Timido e del tribunale dell’Inquisizione, Mastino I cattura ed imprigiona più di duecento tra vescovi e preti catari in Sirmione; sarà con Alberto che 166 di loro verranno uccisi nell’arena (strage dei patarini), portando così allo scioglimento della scomunica e alla riconciliazione con papa Nicolò IV. Nel 1274 riesce a far eleggere podestà di Mantova (città guelfa dove spesso si rifugiavano i fuggitivi da Verona, suo fratello Alberto, assicurandosi così alcuni anni di pace e fiorenti commerci tra le due città. Mastino I venne ucciso il 17 ottobre 1277 da una congiura di guelfi e sepolto nelle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri.
Alberto della Scala (1245? – 3 settembre 1301), sposato con Verde di Salizzole, figli: Costanza,
Alberto della Scala
Bartolomeo, Barbara, Alboino, Cangrande, Caterina. Signore di Verona dal 1277 al 1301; saputo della cospirazione al fratello, rientrò a Verona da Mantova e si vendicò subito degli assassini, promosse inoltre nuovi statuti molto severi. L’uccisione del fratello diede la motivazione agli occhi del popolo per accentrare ancora di più nelle sue mani il potere, completò così la trasformazione in signoria, consolidando così il potere della famiglia scaligera e la sua ricchezza, mentre il popolo, ormai suddito, era nel complesso soddisfatto. Nel 1297 affida al figlio Bartolomeo I, diventato capitano, la campagna contro il vescovato di Trento, in aiuto agli amici Castelbarco; nel 1299 gli affida la campagna contro Mantova. Alberto muore nel 1301 e sepolto nelle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri; il suo grande patrimonio viene equamente suddiviso tra i tre figli
Nel 1294 Costanza della Scala (1263 – 1306), figlia di Alberto e di Verde di Salizzole, che era andata in moglie a Orbizzo II d’Este signore di Ferrara, venne scacciata da Azzo VIII e Francesco d’Este dopo l’uccisione del padre; Alberto allora dichiara guerra agli Este e, alleatosi con Padova, riporta una schiacciante vittoria. Costanza verrà poi nel 1299 portata in moglie a Guido Bonacolsi, signore di Mantova; portando ad una nuova alleanza che durerà anche con Cangrande I e Rinaldo Bonacolsi.
Bartolomeo I della Scala (… – 7 marzo 1304), sposato con Costanza di Antiochia nel 1291 da cui ebbe Francesco; seconda moglie Onesta dei conti di Savoia. Signore di Verona dal 1301 al 1304, già capitano nel 1290, gli vengono affidate due importanti campagne militari, quella contro il vescovo di Trento nel 1297 a difesa dei Castelbarco e quella contro Mantova nel 1299; esce vittorioso da entrambe. Alla morte del padre Alboino nel 1301, diventa signore di Verona e custode dei due fratelli minorenni Alboino e Cangrande. Nello stesso anno, prevedendo problemi con il nuovo signore e vicario imperiale di Milano Matteo Visconti, si affretta a stringere la pace con il vescovo di Trento e a suggellare l’alleanza con il signore di Piacenza (città guelfa) nel 1302, scongiurando così, temporaneamente, futuri problemi con i Visconti. Per alcuni mesi tra il 1303 ed il 1304 ospita Dante Alighieri, ma alla sua morte il Sommo Poeta deve partire in quanto non era in buoni rapporti con Alboino. Dopo l’alleanza con Piacenza e la pace con Trento, il resto della sua vita è vissuto in tranquillità; muore nel 1304 e sepolto nelle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri.
Alboino della Scala ( … – 29 novembre 1311), figli da Caterina Visconti: Verde (in sposa a Ugolino Gonzaga), Omelia; da Beatrice da Correggio: Mastino II, Alberto II, Alboina, Pietro (naturale). Signore di Verona dal 1304 al 1311, seguito al fratello Bartolomeo, ebbe la capacità di ingrandire notevolmente i beni della famiglia riuscendo a “confonderli” con quelli del Comune di Verona; militarmente il suo intento era quello di impadronirsi di Brescia e di eliminare la famiglia rivale guelfa degli Este da Ferrara; a tale scopo si alleò con il vescovo di Brescia e con Mantova, Parma e Cremona riuscendo ad arrivare così alla pace del 1308 con Ferrara. Nello stesso anno si fece affiancare al potere dal fratello Cangrande; insieme invitarono il nuovo imperatore Enrico VII di Lussemburgo a Verona che, dopo alcune vicende, li elegge vicari imperiali, carica, di contro, con un gravoso impegno pecuniario. Alboino muore nel 1311 durante l’assedio di Brescia al fianco di Enrico VII.
Can Francesco Della Scala detto Cangrande (9 marzo 1291 – 22 luglio 1329), forse il più famoso degli scaligeri, ebbe otto figli ma non legittimi. Signore di Verona dal 1308 al 1311 con il fratello
Alboino, dal 1312 al 1329 da solo; Vicario imperiale di Enrico VII, Capitano dei ghibellini di Lombardia. Abile condottiero, politico, amministratore e mecenate (ospitò anche l’amico Dante Alighieri ed i suoi figli, tanto che il Poeta compose buona parte del “Paradiso” durante il soggiorno veronese e inserì nello stesso anche Cangrande). Nel 1305 guerra, in lega con Brescia, Mantova, ed in seguito anche Parma, Modena, Reggio, Ravenna contro Azzo VIII d’Este, signore guelfo di Ferrara, Modena e Reggio nell’Emila; dopo alcuni eventi dalle sorti altalenanti Azzo muore e nasce un dissidio interno alla famiglia d’Este tra il figlio Folco ed il fratello Francesco sulle sorti della signoria, annullando così gli interessi della guerra e l’importanza di Ferrara come guelfa. Nel 1308, alleato a Mantova, Ottone III di Carinzia e i Castelbarco, combatte contro la fazione guelfa di Parma, alla fine diventeranno ghibelline sia Parma che Brescia. Nel 1311 diventa vicario di Vicenza e nel 1312, con un pretesto, dichiara guerra a Padova, Comune allora ben più ricco e forte di Verona; dopo alterne vittorie, Cangrande riesce a prendere definitivamente Vicenza e a stipulare la pace con Padova nel 1314. Varie volte Cangrande muoverà guerra contro Padova, nel 1312, nel 1317 con al fianco Uguccione della Faggiola conquista anche Ghedi, Montichiari e Lonato (durante la quale muore il conte da Sambonifacio, vecchio nemico della famiglia scaligera, esiliato da Verona ), nel 1319 e definitivamente nel 1328, con anche la partecipazione del nipote Mastino II che si sposerà nel novembre con Taddea Carrara. Nel 1328 sostiene un colpo di stato a Mantova nel quale perde la vita il suo vecchio alleato Rinaldo Bonacolsi e salgono al potere i Gonzaga con Ludovico I nel 1329, ma nello stesso anno Cangrande riesce a farsi eleggere vicario imperiale di Mantova con l’intento di prendere la città. Nello stesso anno, grazie ad un momento politicamente favorevole, riesce a prendere velocemente possesso di Treviso ma, durante la sua breve sosta in città, muore il 22 luglio 1329, forse per avvelenamento. La sepoltura avvenne a Verona ma non nel sarcofago predestinato (occupato da Alberto I) bensì in un altro commissionato per l’occorrenza sempre posizionato fuori della stessa chiesa delle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri.
Alberto II della Scala (1306 – 13 settembre 1352), non ebbe figli legittimi, bensì due figlie naturali. Signore di Verona dal 1329 al 1352. Nel 1335 prese Parma e Reggio, la seconda la consegnò poi ai Gonzaga.
Mastino II della Scala (1308 – 3 giugno 1351), figli dalla sposa Taddea da Carrara: Cangrande II, Cansignorio, Paolo Alboino, Regina, Altaluna, Verde, Giovanni . Signore di Verona con il fratello
Alberto II dal 1329 al 1351. Nel 1332 conquista Brescia, nel 1335 Parma e Lucca. La sua politica di conquista portò alla nascita di una lega anti-veronese con la partecipazione di tutte le signorie del nord Italia. In particolare ebbe contro i Visconti, in quanto dette asilo a Lodrisio Visconti, zio di Azzone, che tentò con una congiura di usurparne il potere; lo stesso creerà poi la Compagnia di San Giorgio, con la quale fece razzie e saccheggi nel nord Italia fino al 1339, quando venne sconfitta dall’esercito dei Visconti. Nel 1338 uccide di proprio pugno lo zio Bartolomeo, vescovo di Verona. Alla fine, verso il 1339, circondato dalla lega anti-veronese e dopo alcune sconfitte, deve venire a compromessi con i suoi avversari grazie anche alla mediazione dell’imperatore Luigi IV di Baviera; i suoi territori si riducono quindi a Verona e Vicenza, il resto viene spartito tra i suoi avversari. Muore nel 1351 e viene deposto nelle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri.
Cangrande II della Scala (7 giugno 1332 – 14 dicembre 1359), moglie Elisabetta di Baviera (figlia
dell’imperatore Luigi IV), figli non legittimi: Beatrice, Francesca, Tebaldo, Guglielmo, Giordana, Taddea, Cagnola, Fregnano. Signore di Verona dal 1351 al 1359. Chiamato anche “Can Rabbioso” per il sistema con cui accumulò ricchezze a discapito della città, chiamando a protezione anche dei mercenari; venne eliminato dal fratello Cansignorio.
Cansignorio della Scala (5 merzo 1340 – 18 ottobre 1375), moglie Agnese di Durazzo, figli: Tarsia
(legittima), Antonio, Bartolomeo, Lucia. Signore di Verona dal 1359 al 1375 con il fratello Paolo Alboino. La sua politica moderata agevola la crescita di Verona e la arricchisce di alcune costruzioni quali un ponte sull’Adige e Torre del Gradello, la prima d’Italia con orologio. Sul letto di morte commissiona l’uccisione del fratello Paolo Alboino (imprigionato dal 1365) per garantire il potere ai figli Bartolomeo II e Antonio. Muore nel 1375 e viene sepolto nelle Arche Scaligere a Verona, tomba di famiglia degli Scaligeri.
Paolo Alboino della Scala (1343 – 16 ottobre 1375), signore di Verona dal 1351 con i fratelli Cangrande II e Cansignorio, dal 1359 al 1375 con Cansignorio. Il 20 febbraio 1365 viene arrestato incarcerato a Peschiera con l’accusa di congiura, nel 1375 viene fatto uccidere dal fratello.
Antonio della Scala (1363 – 5 agosto 1388), figli: Canfrancesco e Polissena; moglie Samaritana da Polenta (figlia di Guido III, signore di Ravenna). Signore di Verona dal 1375 al 1380 con il fratello Bartolomeo II, dal 1381 al 1387 da solo, deposto da Gian Galeazzo Visconti anche per volere del popolo veronese, impoverito dalla sua politica. Nella ricerca di alleati per riprendere il potere, finisce per arruolare un’armata in Toscana, ma mentre si dirige verso Verona, muore “misteriosamente” presso Faenza. Si deve a lui il restauro del castello di Torri del Benaco nel 1383.