Medole è un piccolo comune di campagna nella provincia di Mantova,
tra Castiglione, Guidizzolo e Castel Goffredo; lo si trova subito dopo aver oltrepassato la fascia di Colline Moreniche che abbraccia il basso Garda, rientra nella Comunità del Garda. Da visitare troviamo la Torre civica e parti delle mura del castello, la Parrocchiale di Santa Maria Assunta, l’ex monastero dell’Annunciata a sud del paese, la chiesetta romanica di S. Maria del XI secolo a nord-est del paese e degni di nota sono i “portali di Medole”, in quanto in marmo lavorato con linee rococò e tutti diversi tra loro.
TERRITORIO DI MEDOLE
Frazioni: Annunciata, Barcaccia, Ca’ Fattori, Ca’ Morino, Campo di Medole, Colla, Confini, Crocevia, Gelmina, Monte Medolano, Rassica, San Damaso, Sassi, Soldana, Tibaldo, Vanni
Comuni limitrofi: Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Ceresara, Guidizzolo, Solferino
Abitanti: 3.878 – Nome abitanti: medolesi
DA VEDERE A MEDOLE
PRODOTTI TIPICI LOCALI DI MEDOLE
STORIA DI MEDOLE
Enzo Boriani in “Castelli e Torri e del Mantovano” ci racconta: “La costruzione del «Castrum Medulae» cioè del Castello di Medole, risale al decennio che corre fra il 1010 ed il 1020 e nel 1090 ne era già possessore quel Conte Uberto da Parma, la cui origine proveniva dal ceppo Canossiano. Nel maniero fu stipulato, nel 1105 un atto privato riguardante un contratto di permuta fra l’omonimo figlio del Conte Uberto ed il Cenobio di S. Benedetto in Polirone, nella persona del monaco Anseimo, delegato per la bisogna, dall’Abate del Monastero. Una storia più precisa e particolareggiata del castello ha inizio con gli Scaligeri, allorché Mastino II conquistò nel 1332 tutta la terra bresciana e, nel contempo, i territori di Castiglione delle Stiviere, Solferino, Guidizzolo e Medole. Conquista effimera, se si pensa che, solo dopo sette anni, il potente signore di Verona doveva cedere tutti i territori summenzionati, ai Visconti di Milano i quali, per riuscire più speditamente nell’ardua impresa, dovettero formare una lega con le Signorie di Venezia e Firenze, con Obizzo d’Este, con Luigi Gonzaga, mentre Milano era rappresentata da Azzone Visconti. La Signoria del «biscione» rimase padrona di Medole fino al 1402, anno in cui con la morte di Galeazzo iniziò il proprio declino sino a dover abbandonare anche il castello di Medole. È noto, anzi, come prima di tale cessione, la vedova Caterina abbia dovuto pagare 63650 lire imperiali ai Gonzaga, che gliele avevano prestate, ricavandole dalla vendita dei territori di Medole, Lonato, Castiglione, Solferino, Guidizzolo e Castelgoffredo, di cui si riservava però il riscatto. Il 17 febbraio del 1404 il Medolese con il suo antico castello, passò sotto il dominio della Signoria di Mantova e la proprietà di queste terre veniva consolidata da un provvedimento di Francesco Gonzaga il quale, per sottolineare una vittoria ottenuta al comando di milizie veneziane contro Francesco da Carrara, costituiva il comune di Lonato in capoluogo, annettendovi i centri di Medole, Guidizzolo, Solferino, Castiglione e Castelgoffredo. L’unico figlio suo Francesco succedutogli, volle, invece, lottare contro Venezia con l’intento di dare più ampio respiro ai suoi dominii, ma fu clamorosamente sconfitto, tanto da dover cedere al nemico i territori di Peschiera, Lonato ed Asola. Le terre rimaste furono divise fra i suoi quattro figli fra cui Alessandro, al quale furono assegnati con Medole, sede di Commissariato, i centri di Guidizzolo, Boschese, Birbesi nonché i castelli di Redondesco e di Mariana. Investito solennemente nel 1451 dall’imperatore Federico III di tale possesso, ebbe inizio per Medole ed il suo maniero un periodo di meritato riposo e di tranquillità serena e laboriosa che fu propizia alla popolazione per riacquistare le proprie forze, ridimensionare le proprie possibilità, riassestarsi anche economicamente, ma, soprattutto, per stringersi attorno al proprio Principe onde dimostrargli gratitudine ed affettuoso attaccamento e così rinverdire le speranze d’un futuro migliore. Infatti, Alessandro, che Vittorino da Feltre ebbe fra i suoi più cari discepoli per studio e preparazione alla vita, fu un reggitore modello e pensoso dei suoi sudditi, tanto da dettare per i suoi domini, uno statuto particolare, che sarà definito in suo omaggio «alessandrino» e che rimarrà valido fino al 1796, periodo dell’invasione napoleonica. Una minaccia di far ritornare il Castello di Medole sul piede di guerra, si ebbe per lo scoppio d’un aspro dissidio sorto fra il Duca Vincenzo Gonzaga di Mantova ed il Marchese Francesco del ramo cadetto di Castiglione. La controversia venne però appianata il 7 novembre del 1602 dall’imperatore Rodolfo, il quale disponeva l’aggregazione di Castelgoffredo al Ducato di Mantova, mentre Medole veniva assegnato, in permuta, al Marchesato di Castiglione con grande disappunto degli… «assegnati» attaccatissimi alla Signoria di Mantova. Sei anni dopo, l’imperatore Mattia, grato per i servigi resi al suo impero da Francesco Gonzaga, lo nominava principe del S.I.R. ed elevava Castiglione a Principato e Medole a Marchesato, di cui il primo Marchese sarà Luigi Gonzaga, figlio di Francesco.
Ciò valse ad inasprire, anziché mitigare, le rivalità fra i due rami della Casata delle quattro aquile tanto che i Medolesi, esasperati per tutto un insieme di cose che li danneggiava, si trincerarono minacciosi al confine con Castiglione, ma preoccupati dell’intervento delle truppe del Governatore di Milano, vennero subito a miti consigli con un atto di sottomissione, ottenendo però l’allontanamento da Castiglione di Cristierno Gonzaga, principe sregolato, prepotente e crudele. Per fortuna delle popolazioni di quelle terre, il bastone del comando venne affidato a Gridonia Gonzaga, una delle tre nipoti di Luigi il Santo, che fu un’amministratrice della cosa pubblica superiore ad ogni elogio, meritandosi l’incondizionata generale riconoscenza, tanto da essere definita degna di governare gli stati e non dei principati.
Ma anche con i Gonzaga c’era poco da stare in pace, infatti il Castello di Medole dovette risuonare presto di nuovi preparativi di difesa perché il figlio di Cristierno, Carlo, marchese di Solferino, per una pretesa rivendicazione di successione al Principato di Castiglione, tentò proditoriamente di conquistare con l’arme tutto il Principato e di spodestare Ferdinando. Il Castello di Medole fu così costretto a difendersi e quindi ad inviare fuori dalle mura degli armati per la definitiva sconfitta del marchese ribelle, che venne inviato prigioniero a Mantova. Realizzerà, dopo la morte di Ferdinando, la sua ambizione, ma per soli due anni perché la morte lo coglierà in Castiglione nel 1680. Il figlio Ferdinando II, provocherà a sua volta, perché bieco e gretto, una sommossa da parte di Medole, Castiglione e Solferino, mediante la quale sarà assalito il castello, liberati i prigionieri e proclamata la cacciata del dominio dei Gonzaga. Ferdinando II si rifugerà a Milano e ritornerà in Castiglione, ritirandosi, protetto da scorta armata, nel Castello senza più alcuna velleità di comando. Con lui calerà il velario anche sul Marchesato di Medole.
Dopo questa opportuna digressione sui principali protagonisti della storia di Medole, sarà opportuno far ritorno al suo Castello, di cui i Gonzaga divennero padroni, come sopra ricordato, nel 1404, ponendolo in grado, con migliorie, di essere uno dei più lussuosi e meglio attrezzati del Mantovano, tanto da poter ospitare, nei suoi saloni rutilanti di luci e fregiati di opere d’arte, persone d’altissimo livello, come l’imperatore Carlo V il quale, nel 1543, visitò il castello.
Su questa visita gli storici informano che ad essa furono presenti: l’undicenne Francesco III duca di Mantova, la madre Margherita Paleologo e gli zii cardinale Ercole e don Ferrante, governatore di Milano. L’imperatore giungeva da Busseto ove si era incontrato con Papa Paolo III e, dopo una sosta a Canneto, ricevuto dai Gonzaga, proseguiva per Medole per poi raggiungere la Germania. Nel colloquio con i Signori di Mantova, Carlo V, dopo aver confermato al Duca il possesso degli stati ereditati dal padre, gli prometteva in matrimonio la propria nipote Caterina, figlia del fratello Ferdinando d’Austria, re dei Romani. L’unione fra i due giovani fu infatti celebrata con solennità nell’ottobre del 1549, sennonché circa un anno dopo, il giovanissimo Duca periva, fra il compianto generale data la sua giovane età, in un incidente di caccia sul lago virgiliano. ……… Medole, il cui nome deriva, forse, da Medolo, che in termine geologico vuol dire ciottolo ed infatti, il nome di Medolo fu dato ad un gruppo di case posto nella zona ciottolosa dell’antica chiesa plebana, possiede una decorosa parrocchiale, la quale custodisce oltre ad un interessante Sepolcro di Guido Mazzoni detto il Modanino nel coro, una «apparizione» di Tiziano Vecellio il quale, avendo in vecchiezza cercato di trovar lenimento ai suoi acciacchi fra le ritenute arie salubri del Medolese, lasciava al paese, in ricordanza del gradito soggiorno, il magnifico dipinto il quale, con la torre… una trina ed… imperfetta, rappresenta la seconda attrattiva dell’aristocratico centro Mantovano.”