Chiesa di Sant’Andrea
Chiesa di Sant’Andrea si trova sulle pendici del monte Moscal, nell’omonima conca dove è situata anche la villa
Chiesa di Sant’Andrea e l’edificio accanto sono la parte più antica del complesso, che dovrebbero essere dell’XI secolo, come afferma Orti Manara, che così la descrive: Modesto è l’ospizio, e di grandezza proporzionata ad esso la chiesa, che sembra costruzione dell’XI secolo, od in quel torno. Essa è a tre navi. La sua lunghezza fino al coro è di metri 18,50; la nicchia ha la lunghezza di metri 4,10. È larga metri 10,95, alta nella navata di mezzo metri 7,80. Gli archi a pieno centro che dividono le navate, sono quattro sostenuti da pilastri quadrati. Sopra la nicchia dell’altare vedesi una piccola fenestra rotonda. La facciata è semplicissima. La torre del campanile è quadratae”.
La chiesa risulta anche in documenti che parlano della sua donazione nell’807, unitamente alla propria giurisdizione su campi, ville ed abitanti della zona alla chiesa di San Zeno di Verona, ad opera di re Pipino (o Carlomanno 773 o 777 – 810); ne parla il Mor, il Canobio e il Moscardo. Il primo documento certo è però un diploma del re d’Italia Enrico II del 1014, seguito da uno di Enrico III del 1047, da quello di Federico I del 1163 e di Urbano III del 1187. Unitamente alla chiesa di Sant’Andrea vi era, sin dai tempi della sua fondazione, un monastero di benedettini, provenineti da quello di San Zeno di Verona; questa comunità era soggetta ad un priore, inviato da Verona, per amministrare i beni patrimoniali e di questo vi è varia documentazione tra cui alcuna risalente al 1287, al 1389 e successivi, dove viene menzionato:” il monastero e il capitolo si avvalgano di questi diritti da così tanto tempo che non vi è memoria d’uomo che possa affermare il contrario”. Nel 1425, in seguito ad una crisi di carattere religioso del monastero di San Zeno di Verona, la storia della chiesa con il suo priorato volge al declino, ma i monaci di San Zeno dovono continuare ad averne cura tanto che, nella seconda metà del XV secolo, la chiesa di Sant’Andrea viene ricostruita. All’inizio del XVII secolo viene rifatto il tetto dell’edificio, le falde delle navate laterali, che dovevano essere più basse di quella centrale, vengono alzate e portate allo stesso livello; inoltre vengono eseguiti molti affreschi da Paolo Ligozzi, poi eliminati nel corso della storia per un tentativo di riportare la chiesa allo stato iniziale. Verso la fine del XVII secolo viene costruito il campanile. I diritti della chiesa di San Zeno su Sant’Andrea cessano nel 1771 e successivamente il complesso diviene di proprietà del demanio; l’intera area viene poi acquistata da Jacopo Bottagisio. La famiglia Bottagisio modifica il complesso aggiungendo dei merli, una torretta conetnente una scala ed alterando le proporzioni tra la chiesa e l’edificio accanto; successivamente però ci sono stati dei lavori di ripristino delle precedenti linee con l’asportazione di buona parte delle modifiche dei Bottagisio.