Castello di Bedizzole
Castello di Bedizzole è posto sulla sponda sinistra del fiume Chiese e quindi facente parte della Riviera di Salò, era uno dei più muniti.
Castello di Bedizzole è stato costruito, alla stregua degli altri castelli della zona, attorno al IX o X secolo per la difesa delle popolazioni dalle scorrerie dei barbari, in particolar modo gli Ungheri ed anche da minacce provenienti da comuni vicini o feudatari. Nel 1201 ci fu la battaglia tra bresciani e cremonesi nella piana di Albesago (oggi San Vito); nel 1277 Bedizzole si consegnò ad Alberto della Scala ed una volta riconquistata dai bresciani insieme a Manerba, le vennero distrutte le mura, poi ricostruite; di qui passò anche Niccolò Piccinino in marcia verso Brescia nel 1438; nel 1483 venne assediato dal Duca di Calabria ma resistette, sembra grazie anche all’aiuto degli Averoldi, da poco diventati padroni del castello di Drugolo; verso la metà del XVI secolo l’importanza militare del castello andò scemando, tanto che la torre venne convertita in campanile con anche l’orologio. La struttura del castello di Bedizzole ha pianta rettangolare di metri 70 per 100 circa, il muro di cinta è ancora ben conservato salvo alcuni punti dove è stato integrato o sostituito dalle abitazioni, formato da ciottoli posti in modo irregolare e solo sugli spigoli da corsi di mattoni o pietre angolari. Come unico accesso è rimasta la torre nord, che presenta davanti una specie di rivellino da dove si manovravano i ponti levatoi, uno carrabile e l’altro pedonale, era più bassa dell’attuale e terminava con dei merli o con dei muretti che sorreggevano la copertura, la cella campanaria è stata aggiunta nel XVI secolo; al piano di sotto vi erano due grandi finestre con arco a tutto sesto per ogni lato, visibili solo sul lato sud mentre solo accennate sui lati est ed ovest, coperte dall’orologio del XVI secolo sul lato nord; sotto, solo sul lato sud, c’è una grande finestra con arco a tutto sesto che facilmente era aperta fino all’arrivo della scaletta in pietra, lasciando a vista la scala in legno che portava alla sommità della torre. All’interno del piccolo borgo fortificato tre vie dritte e parallele, con direzione nord-sud, dividono l’abitato in quattro gruppi di case; due altre stradette, chiamati “vicoli delle mura” abbracciavano tutto il complesso degli edifici e formavano le vie di accesso alla difesa delle mura. Le case che formano il borgo sono fortunatamente in gran parte ancora intatte e conservano molti elementi del XIV e XV secolo.
Fonti: Fausto Lechi “Dimore bresciane”