Pieve di Sant’Emiliano
La chiesa venne inclusa nella diocesi di Verona con una bolla di papa Eugenio III del 1145 in cui si nominava la pieve, alcune cappelle minori ed il castello
Pieve di Sant’Emiliano si trova vicino all’incrocio delle strade che uniscono la frazione di Pratello, il castello, l’abitato di Padenghe, l’abbazia di Maguzzano, il lago e la via Brixiensis. La pieve di Sant’Emiliano San Cassiano (il riferimento a San Cassiano sta a significare che aveva assunto il titolo della chiesa costruita su una villa romana costruita in riva al lago) aveva giurisdizione su due cappelle, Santa Maria costruita nel borgo ai piedi del castello (attuale parrocchiale) e San Michele, ora scomparsa e priva di ubicazione; confinava per competenza con la pieve di Santa Maria di Tenesi a Manerba, la pieve di Santa Maria di Nove a Pontenove di Bedizzole, con la pieve di San Zeno a Lonato e quella di Desenzano ma fu sostituita nel ruolo dalla chiesa di Santa Maria nel centro di abitato di Padenghe che nel tempo aumentò di dimensioni e di importanza rispetto al circondario; più vicino alle rive del lago vi era anche una chiesa dedicata a San Cassiano ma che ebbe un ruolo marginale già nel XI-XII secolo.
Il complesso della pieve è costituito dalla chiesa e da edifici annessi intorno ad un cortile, costruiti con sistemi costruttivi semplici e materiali poveri della zona come conci di pietra e ciottoli di varie misure, le murature risultano irregolari e l’intero complesso risulta avesse un utilizzo abitativo e rurale oltre che religioso, si suppone fosse abitato da un piccolo gruppo di religiosi che conducevano vita agreste e nel contempo si dedicava anche al servizio liturgico e pastorale.
La chiesa attuale, risultato di un radicale restauro nel 1958-62, ha forme romaniche ed è databile all’inizio del XII secolo; ha pianta rettangolare orientata in senso est-ovest con aula unica, copertura a doppia falda, piccolo campanile a vela, abside semicircolare con tre piccole monofore in rosso verona e ornato da piccoli archetti pensili, sulla facciata si trova un oculo sopra il piccolo portale completamente in pietra rosso verona.
Gli edifici rustici addossati al lato meridionale della chiesa, su cui svetta una torre colombaia del XV secolo, hanno sostituito una precedente domus annessa alla chiesa. Nel 2002 sono state scoperte due fasi di affreschi sul lato nord della navata. La più antica, datata alla fine del XIII secolo, rappresenta l’arcangelo Gabriele con un frammento di iscrizione:… PARATUM EX VOBIS A(NGELUS) QUO … forse liberamente tratto dal vangelo di Matteo, 25,34 (Venite benedicti Patris mei; possidete paratimi vobis regnum a constitutione mundi). La scena rappresenterebbe dunque una parte del Giudizio finale con l’introduzione degli eletti al cospetto di Cristo. La seconda fase, del XV secolo, mostra sempre
l’arcangelo Michele con altri santi. L’insistenza nella rappresentazione dell’arcangelo è probabilmente a ricordo della scomparsa chiesa intitolata a quel santo.
informazioni tratte da “Garda Romanico” di Renata Salvarani e da G.P. Brogiolo: “Le chiese medievale del Garda bresciano”