Castello di Polpenazze del Garda
Castello di Polpenazze del Garda in posizione panoramica sulle colline moreniche della Valtenesi
Castello di Polpenazze del Garda fu edificato nel X secolo come difesa dalle invasioni ungariche venne distrutto da Filippo Maria Visconti e successivamente ricostruito dai veneziani. Nel XVI secolo una parte del castello venne demolita per consentire la costruzione della chiesa parrocchiale. Oggi rimangono solo una piccola parte di mura e alcune parti dell’antico ingresso, una volta protetto dalla torre nella quale sono ancora visibili le feritoie del ponte levatoio. All’interno delle sue mura fu costruita la Chiesa Parrocchiale intitolata alla Natività di Maria Vergine.
Scrive il Lechi: “Dell’antico borgo fortificato, più ampio di quello di Soiano, non resta che l’ingresso, il quale deve aver subito molte modificazioni. Infatti il mastioche sorgeva sull’antico ingresso oggi è soffocato da costruzioni recenti (si scorgono ancora le feritoie del ponte levatoio) mentre l’odierno ingresso è opera posteriore. Probabilmente il vicino campanile (del sec. XVI) sarà stato innalzato sopra una torre che sorgeva dove le mura giravano a nord (si dovrebbero fare assaggi nella struttura del muro). Un buon tratto di mura della cinta, nel quale si scorge ancora il vano di un torricello distrutto, è quanto rimane del castello. …. Sorto per la difesa dalle scorrerie barbariche , ultime quelle degli Unni, …… segue le sorti delle fazioni cittadine; è conquistato da Mastino della Scala nel 1330, poi da Filippo Maria Visconti nel 1420 che lo smantella. Ricostruito nel 1426 dai veneti, dopo la conquista del Carmagnola, corre pericolo di essere distrutto, assieme agli altri suoi vicini, per ordine del duro governatore della Riviera (per conto dei Francesi), Leonino Billia; ordine poi annullato dal cardinale d’Amboise. Nel secolo XVI venne in parte distrutto per la costruzione della parrocchiale, rifatta nel secolo scorso. In frazione Bottenago, piccolo villaggio dipoche anime, sorgeva un altro piccolo castello ridotto a cascina e del quale non rimane che una cortina di ciottoli sbrecciata sulla quale il Fossati vide una torricella.