Sirmione è forse uno dei posti più belli del lago di Garda,
“Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento sul Garda e quindi a Sirmione si costituì una comunità di nobili e di intellettuali tedeschi e austriaci che – come per Gardone ad opera dell’ ingegner Luigi Wimmer e per Riva del dottor von Hartungen – proponeva la trasformazione della cittadina in un centro turistico d’èlite, dove le cure termali, il clima
mite, la bellezza del paesaggio e l’ambiente ricco di testimonianze culturali e di vestigia romane e
medievali, contribuissero a ristorare una stretta cerchia di aristocratici” (da “Segreti del Garda” di Tullio Ferro). Un esempio di quel periodo è Villa Cortine, fatta costruire dal barone Kurt von Koseritz per essere una sua dimora privata acquistando tutta la collina di Cortine.Oggi Sirmione offre al turista la possibilità di una vacanza particolare tra il comfort delle sue numerose strutture alberghiere, la cucina dei suoi numerosi ristoranti di qualità, la bellezza della sua zona pedonale e lo shopping nei numerosi negozi; passeggiando tra le stradine di Sirmione da visitare le chiese, il Castello scaligero, la passeggiata sotto le Grotte di Catullo e le bellezze naturali di questa località. Per chi ama stare all’aria aperta vi sono molte possibilità di sport, vela, surf, sci nautico, bicicletta, equitazione, trekking e golf; per chi invece vuole rilassarsi e farsi coccolare non c’è niente di meglio di una pausa alle Terme di Sirmione, con la sua acqua calda che sgorga dalle profondità del lago e con il suo centro benessere.
TERRITORIO DI SIRMIONE
Frazioni: Colombare di Sirmione, Lugana, Rovizza
Comuni limitrofi: Desenzano del Garda, Peschiera del Garda (Vr)
Altitudine: 66 m s.l.m. – Abitanti: 7.646 – Nome abitanti: sirmionesi
Frazioni di Sirmione
STORIA DI SIRMIONE
Sull’origine del nome Sirmione ci sono alcune teorie ma la più accreditata è quella derivante dall’unione delle parole Syrma (coda, strascico) e one (grande), grande coda, codone. Mentre della storia di Sirmione scrive il Guerrini: “Al tempo dei Romani è certo che Sirmione era un municìpium, cioè la capitale dì un territorio che oggi noi chiameremmo provincia; ad esso facevano capo tutti i pagi circostanti del bacino morenico del Benàco. Sirmione avrebbe dovuto diventare sede vescovile; fu quindi sacrificata ….. a vantaggio della diocesi di Verona. “ …. “A Sirmione vi era una mansio o stazione sulla via imperiale dell’Oriente e sulla via lacuale per le regioni alpine, Istituto di pubblica assistenza, che ebbe poi la continuazione cristiana nel Medio evo nel monastero del Salvatore”. Racconta poi il Guerrini che verso la metà del VIII secolo era stato fondato da Ansa, regina dei Longobardi e moglie di re Desiderio, il monasterolo di San Salvatore, direttamente dipendente da quello di Santa Giulia a Brescia, sulle rovine della precedente mansio romana sul colle di Cortina. Già a quel tempo vi erano tre chiese sul territorio: San Martino (ora di Santa Maria Maggiore), San Pietro in Mavino e San Vito e Modesto (non coincidente con l’attuale). Il Regno longobardo cadde nel 774 ad opera di Carlo Magno, re dei Franchi, da qui il borgo e il monastero di San Salvatore vennero ceduti al convento di San Martino di Tours, perdendo la sua importanza amministrativa, scomparve come distretto per diventare un centro fortificato del territorio di Verona. La penisola di Sirmione dal 1197 divenne soggetta al comune di Verona e poi alla signoria scaligera. Il castello che ancora oggi si può ammirare è opera degli scaligeri, dinastia che durò fino al 1387; durante la loro dinastia, verso la fine del XIII secolo a Sirmione si formò una numerosa ed importante colonia di eretici catari (patarini) che, nel 1276, vennero catturati da Alberto della Scala ed imprigionati a Verona per essere processati (strage dei patarini). Durante questi secoli di dominazione Sirmione risultava un piccolo borgo tranquillo, abitato da pescatori-olivicoltori, all’interno del ponte, mentre gli esterni si dedicavano alla coltura della vite e dei gelsi. Molte furono nel tempo le contese tra i cittadini residenti e quelli chiamati “forestieri” riguardante la gestione dei beni comunali. Durante questi secoli di dominazione Sirmione risultava un piccolo borgo tranquillo, abitato da pescatori-olivicoltori, all’interno del ponte, mentre gli esterni si dedicavano alla coltura della vite e dei gelsi. Molte furono nel tempo le contese tra i cittadini residenti e quelli chiamati “forestieri” riguardante la gestione dei beni comunali.