Casa Mazzucchelli
A fianco della grandiosa villa settecentesca sorge questo più antico edificio, ridotto dai Mazzucchelli a corte rustica, ma un tempo certamente “cortivo da patrone”.
Casa Mazzucchelli: In esso rimane di notevole il lato di sera con un porticato di sette arcate ampie sostenute da pilastrini in pietra piuttosto bassi, sormontato da un elegante coppia di uguale numero di arcate ma con colonne più leggere e snelle. Anche in queste costruzioni evidentemente di semplici “marengon de muro” si osservano spontaneamente le leggi dell’armonia.
Nel 1723 i Mazzucchelli dichiararono di possedere anche una casa con corte “giardino e chiesa” per nostro uso, comperata da Giuliano Paratico. Costui nel 1641 scrive testualmente: ” in Virle casa del monte di Ciliverghe in campagna, un casamento di tre locali terranei (pochi per questo edificio) confinante a monte la strada e il resto io … Chiesa contigua con obbligo di Messa perpetua lasciato da Marcantonio Maggi cognato”.
La località era chiamata “monte di Ciliverghe” per quella collinetta vicina, ma la casa è “in campagna” non sul monte (che era di tutto altri proprietari, gli Appiani), ma ai suoi piedi quindi con tutta probabilità questa casa era dei Paratico e proveniva loro dalla moglie Paola Maggi. Di Giuliano Paratico già abbiamo detto; poi questa casa fu dei suoi figli che la vendettero ai Mazzucchelli. Dobbiamo dire invece qualche cosa sui Maggi che certamente ne furono costruttori. Discendevano questi da Galeazzo, uno dei figli di Maffeo. Sul principio del Cinquecento viveva in S. Giulia, in affitto di Nicodemo Moro, Federico (n. 1470) q. Cristoforo di Mazi discendente dal citato Galeazzo. Marcantonio, figlio di Federico, che era stato bandito poi amnistiato, sposò Caterina Luzzago q. Francesco ed ebbe Federico (n.1564) e Piero (n. 1580) ( forse dalla seconda moglie Caterina Pavonni). Molto facilmente da Federico e da Piero nacquero Marcantonio e Paola gli ultimi di questo ramo. Paola sposò Giuliano Paratico e M. Antonio lasciò ai nipoti la casa di Virle. Questi la vendettero ai Mazzucchelli.
Fonti Fausto Lechi, “Dimore Bresciane, in cinque secoli di storia”