Monastero di Santa Giulia
Il complesso del monastero si trova nella cittadella vecchia di Brescia, in una zona di domus romane a sud-est del castello, lungo il decumano massimo romano.
Il monastero di Santa Giulia è un complesso che raggruppa vari edifici che si sono sviluppati intorno all’originario monastero di San Michele e Pietro diventato poi monastero regio di San Salvatore, fondato nel 753 da duca Desiderio, futuro re dei Longobardi e sua moglie Ansa. Probabilmente Desiderio decise di rafforzare il suo prestigio in un momento politicamente delicato, dati i rapporti con papa Paolo I e i carolingi, con la fondazione dei due monasteri benedettini, quello maschile di Leno e quello femminile di Brescia di San Michele e Pietro e la dotazione di questi con importanti reliquie (Santa Giulia, Sofia, Pistis, Elpis, Agape Ippolito e Pimenio). Nell’ottobre del 760 il monastero di San Michele e Pietro viene investito di un privilegio sottoscritto da tutta la famiglia reale, Desiderio, Ansa e Adelchi, gli vengono confermati i beni già accordati e altri nuovi tra cui una sede nella capitale Pavia, gli arredi liturgici e la nuova intitolazione al Salvatore che nella tradizione pavese è associata alle chiese regie, divenendo quindi il monastero regio di San Salvatore, senza dunque interferenze da parte del vescovo e fissando sia le modalità di elezione della badessa che il numero massimo di monache a quaranta. Le modalità di elezione della badessa però hanno bisogno della ratifica papale, quindi probabilmente Desiderio incomincia una trattativa con papa Paolo I, che ha in questo periodo un cambio di politica nei confronti del re longobardo, arrivando nel 763 a concedere al monastero bresciano il privilegio di esenzione, le reliquie dei santi e la sua venuta in città per la sua consacrazione. Nell’evergetismo dell’VIII secolo le reliquie assumono un peculiare significato ideologico: il re, incaricandosi del loro reperimento e trasporto, riceve il riverbero della loro sacralità; la chiesa che le ospita diviene centro di pellegrinaggio e di culto privilegiato (GB.Brogiolo). Nella chiesa sono stati sepolti poi la regina Ansa e alcuni membri della sua famiglia. Dopo la sconfitta di Desiderio da parte di Carlo Magno vengono riconfermati tutti i privilegi del monastero, che nel tempo aumenteranno insieme alle proprietà; anche l’imperatore Berengario I, nel X secolo, avrà la figlia badessa del monastero. Nel corso dei secoli il complesso del monastero di Santa Giulia ha subito alcune trasformazioni, principalmente tra il XV ed il XVI secolo, viene soppresso come monastero nel 1798 con i giacobini e convertito in caserma entrando in una fase di degrado continuata fino al 1966, quando il Comune di Brescia acquista l’intera proprietà per restaurarla e trasformarla in museo.
Il Monastero di Santa Giulia ha origine con il monastero dei Santi Michele e Pietro della seconda metà del VII secolo, la cui chiesa a quel tempo aveva pianta a T, una navata e tre absidi, era stata costruita sui resti di una domus del I secolo d.C, ed era gestita dai monaci di San Colombano; con il 760 il complesso viene intitolato a San Salvatore essendo divenuto monastero regio e costruita la cripta per ospitare le reliquie dei santi. La chiesa viene modificata nel IX secolo trasformandola con tre navate, senza abside e senzafacciata, con colonne e capitelli in parte romani, in parte bizantini di recupero ed in parte costruiti in loco. Verso la metà del XII secolo l’intero monastero viene rielaborato in forme romaniche; ricostruiti i chiostri, ampliata la cripta e costruito l’oratorio di Santa Maria in Solario. Verso la fine del XV secolo vengono ricostruiti i chiostri, aggiunto l’edificio dei dormitori a nord, completato il coro delle monache e, alla fine del XVI, viene terminata la chiesa di Santa Giulia. All’interno della chiesa del Salvatore vi sono affreschi del IX secolo; di Paolo da Caylina nella cappella della Vergine; di Floriano Ferramola il San Michele Arcangelo a destra dell’ingresso; del Romanino le Storie di Sant’Obizio nella cappella alla base del campanile. Vi sono inoltre frammenti di marmi e di terrecotte longobarde che costituivano l’arredo liturgico originale. Il coro delle monache, opera del 1466, si trova tra le due chiese del Salvatore e di Santa Giulia, al suo interno si trovano il mausoleo della famiglia Martinengo, il monumento funebre di Nicolò Orsini, gli affreschi di Floriano Ferramola e Paolo da Caylina.