Case di Castenedolo
Elementi architettonici caratteristici dei secoli XV-XVI-XVII che si trovano lungo gli edifici del centro storico
Case di Castenedolo
Casa di via XV Giugno, 53: (XV secolo) Dimora signorile del sec. XV o precedente, oggi cadente e ridotta a casa colonica; le tracce più importanti sono le due finestre a sesto acuto con intradosso polilobato del primo piano e le due strombate del pinterreno, tutte aperte in un muro assai rustico di ciotoli a corsi irregolari e i due sporti di camini, uno lungo per tutta l’altezza della casa e l’altro a sbalzo nell’ultimo piano. Nella porzione di casa vicina le finestre, uguali alle precedenti, sono state manomesse.
Varie famiglie avevano proprietà in Castenedolo quali i Zaneboni, estinti nel sec. XVII, i Tomasi, anch’essi estinti, i Monti, ma non crediamo che avessero case di una certa importanza. Due antiche famiglie i Coradelli e i Rodengo. Ambedue famiglie di antica origine feudale, valvassori i primi di Trenzano, come i Ducco coi quali debbono avere comune origine, ,e di Rodengo i secondi, Propendiamo a credere che forse fu di questi ultimi questa casa perchè troviamo che quattro rami di essi dichiarano nel 1517 di possedere una casa in castello di Castenedolo.
Case di Castenedolo
Casa di via Dante 16: (XVII secolo) Anche questa è una specie di palazzo non finito. Nell’androne vi è un portalino barocco in pietra molto ben disegnato, dopo questo si entra in un portico a cinque tratti con colonne abbinate a pilastri, molto simile al portico di palazzo Soncini in Brescia, di ridotte dimensioni, naturalmente. Forse vi ha messo mano il Marchetti. Ma tutto è rimasto incompiuto.
Casa Geroldi, via XV Giugno 50: (XVII secolo) Ha l’aaspetto di un palazzo del sec. XVII (fine) con un portale bugnato verso strada, un ampio portico di sette arcate con grossi pilastri in muratura. Sul fondo del cortile un cancello, con pilastri bugnati in pietra ed enormi obelischi, dava accesso al brolo.
Casa in località Ginevra, contrada Santa Rosa: (XVII secolo) A occidente del grosso borgo, fra altri fenili dedicati a santi, sorge, distinto fra tutti, questo strano fabbricato che ha delle pretese di una certa distinzione nella parte abitata dal padrone con quei due alti portici sostenuti da pilastri. E’ una distinzione, diremo, strapaesana, originale, simpatica, perchè aderente ad esso, quale naturale appendice, si stende il porticato basso, ad ampi archi spontanei, elemento base dell’insieme rurale.
Fonti Fausto Lechi, “Dimore Bresciane, in cinque secoli di storia”