Castel Penede
Il castello viene nominato per la prima volta in un documento scritto nel 1210, in un accordo di pace tra il vescovo Federico Vanga e i conti d’Arco.
Castel Penede, la sua storia è ricca di vicissitudini, di cambiamenti di proprietà, di incendi e ricostruzioni che incominciano già verso la metà del XIII secolo, questo a significare l’importanza della posizione in cui venne costruito. La costruzione era di notevoli dimensioni e occupava un’ area di circa 3500 metri quadrati, era costituita dal castello sullo spuntone di roccia e da una serie di torri e fortificazioni distribuite su un vasto territorio circostante che arrivavano fino a Torbole. La motivazione di una tale fortificazione sta nel fatto che all’epoca questi territori facevano parte dell’impero d’Austria e quindi erano terre di confine. Esiste una planimetria del castello risalente al 1615, contenuta nel Codice Enipontano, che descrive il manufatto come composto da un gruppo di edifici circondato da grosse mura con un unico accesso regolato da un ponte levatoio e da una serie di mura più esterne con torri e camminamenti; al suo interno vi erano il laboratorio del fabbro, il molino, la chiesa, il panificio, le sale delle armi, la falegnameria e vari altri locali per rendere indipendente il luogo. La storia del castello di Penede finisce nel 1730 quando il generale francese Vendòme, per catturare il colonnello imperiale Fresen, espugna il castello, lo incendia e lo fa saltare con le mine. Di esso rimangono le rovine delle mura e lo spettacolare panorama.