Castello di Casaloldo
Castello di Casaloldo o castello dei Casalodi è una fortificazione di origine medievale a difesa dai signorotti confinanti.
Il castello di Casaloldo era una struttura fortificata mista, costituita da un torrione in mattoni con ponte levatoio, un fossato che circondava l’area e una palizzata con camminamento sopra il terrapieno formato con la terra di risulta dello scavo del fossato; una fortificazione tipica della pianura padana. La costruzione della fortificazione è probabilmente dell’XI secolo, dovuta alla presenza dei conti Ugoni-Longhi, famiglia con vasti possedimenti tra il bresciano orientale e alto mantovano di cui un ramo prende il nome dal paese, Casaloldi. Verso il 1190 i Casaloldi si stabiliscono a Mantova, ma vengono cacciati con l’inganno da Pinamonte Bonacolsi verso la fine del XIII secolo, episodio menzionato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia nel XX canto dell’Inferno. Nel 1237 il castello di Casaloldo viene distrutto con quello di Carpenedolo e di Castelnuovo dalle truppe ghibelline di Reggio in occasione della discesa dell’imperatore Federico II. Nel XV secolo il castello era sotto il controllo della Serenissima ma, durante il del 1441 conflitto contro Visconti e Gonzaga alleati, Casaloldo decise di passare ai nemici, vince però la Repubblica di Venezia che impone quindi l’atterramento dell’intera fortificazione. Altro episodio accadde nel 1509, quando Alessio Beccaguto al comando delle truppe gonzaghesche assalì il castello ma, grazie ad una forte reazione dei cittadini, dovette ripiegare subendo anche un’ingente sconfitta. Tra il XVIII ed il XIX secolo, come tante altre, la fortificazione perse d’interesse e venne gradualmente smantellata, riempito il fossato e mantenuta la sola torre d’ingresso in mattoni tutt’ora visibile, con l’aggiunta di un sopralzo e dell’orologio.