Castello di Monte Albano
I ruderi di Castel Albano di Mori sono quello che rimane di una rete di fortificazioni di epoca medioevale che vi erano su questo comune.
Castello di Monte Albano non si riesce a capire che aspetto avesse anche perché fino ad oggi non è mai stato oggetto di ricerche archeologiche. Non ci sono nemmeno dei documenti che possano raccontare la vita che vi si conduceva, se non dei documenti che fungevano da inventari e che venivano redatti in occasioni di successioni ereditarie molto importanti. Questi documenti erano veri e propri elenchi molto precisi e dettagliati di quanto era contenuto negli edifici, erano molto affidabili e servivano per conoscere il reale valore dei possedimenti, tra questi quelli di alcuni castelli del Trentino (tra cui quello di Albano). Nel 1413 Ottone di Castelbarco morì senza lasciare nessun erede diretto e quindi per sua volontà il Castello di Monte Albano e Nomesino passarono a Guglielmo di Castelbarco, che a sua volta fece un inventario dei beni che gli spettavano. Da questi documenti si può leggere che il castello era costruito sulla pietra di Albano, edificato in muratura e aveva una torre con all’interno solai in legno e copertura in coppi. L’edificio è a due piani, al piano terreno si trovavano la maggior parte delle stanze, fra queste una per i forestieri, un magazzino, una dispensa, un forno, una cucina, e una loggia, che forse si apriva sul cortile interno; al piano superiore le camere per il feudatario; inoltre c’erano la cantina inferiore, la fucina, il granaio, le stalle e il fienile. Da questi documenti si intuisce che gli edifici interni erano di una certa grandezza. All’esterno del castello c’era un frutteto, un orto e delle arnie in quanto, a quell’epoca, l’unico dolcificante era il miele. L’inventario elencava nei minimi particolari il contenuto di ogni stanza: il numero di cavalli, di buoi, di galline e di oche nelle stalle; quanti carri e quanti attrezzi da lavoro nel cortile; quante accette, tenaglie, pialle e mazze nella falegnameria (non compariva un’officina ma c’erano gli attrezzi necessari). L’inventario poi passava ai possedimenti finanziari, ossia: una borsa con monete d’oro e d’argento, delle verghe di argento fuso, targhette d’argento, i gioielli di Orsola di Castelbarco, un’icona sacra. Da qui si intuisce che il castello aveva delle stanze in legno e in muratura, che avesse dei terreni coltivati, che c’erano delle vigne dato che avevano tutto l’occorrente per la vinificazione. Dopo 270 anni dalla redazione di questo inventario il castello di monte Albano fu distrutto dalle truppe veneziane e già nel secolo successivo era ridotto a rovina.