Castello di Pozzolengo
Il castello di Pozzolengo originariamente è stato costruito tra il IX e il X secolo come difesa dalle invasioni dei Magiari
Il castello di Pozzolengo è posizionato sull’altura del monte Fluno, dove è la parte antica del paese e domina le campagne circostanti. è stato ampliato a metà del XIII secolo con il cospicuo aiuto della città di Brescia, in ringraziamento all’aiuto dato contro gli eserciti di Federico II di Svevia. L’ampliamento più consistente risale però al XV-XVI secolo, con la trasformazione di una delle torri tonde in campanile e la costruzione di case civili a ridosso della prima fortificazione che portarono all’estensione delle mura con torrioni d’angolo a ovest per circa 1000 mq che lo fecero diventare uno dei più estesi di tutta la provincia. Fatto significativo fu la resistenza opposta all’esercito di Alemanni inviati da Ferdinando II nel 1630, che non riuscirono a prendere il castello, tale resistenza venne lodata con un encomio del doge Nicolò Contareno. Ultimamente vi è stato il recupero e la riqualificazione delle vie interne, delle torri e delle mura, che sono in buono stato.
Scrive il Lechi del castello di Pozzolengo: “E’ il castello posto più a orinete del territorio bresciano a fronteggiare mantovani e veronesi e perciò la sua storia è molto contrasatata. Malgrado i due vicini agognassero per secoli ad impadronirsene, Pozzolengo fu sempre orientato verso Brescia. Vi è notizia che già nel 1107 la sua “vicinia” avesse chiesto comunione di privilegi al Comune di Brescia come già altri centri dei dintorni (Rivoltella e Venzago); il Comune di Brescia poi, conscio dell’importanza del luogo, avrebbe deciso nel 1125 di fortificare il castello, già forse esistente in quel posto ideale, come aveva fatto col lontano Venzago. Fu nel 1154 che avvenne la concessione, dannosa per Brescia, di Federico Barbarossa in favore del suo fedele amico Teodaldo vescovo di Verona, di ampi diritti su molte corti benacensi da Pozzolengo a Lonato e nella Valtenesi. Da quella concessione ebbe origine la estensione del territorio della diocesi veronese che dura tuttora. Non fu così per il potere civile poichè quando Enrico VI nel 1192 segnò in un suo famoso diploma i confini del territorio bresciano, il limite partiva da Limone per scendere verso oriente a Pozzolengo sino a Guidizzolo. Semprpe sull’erezione o fortificazione del castello ci dà notizie il Bettoni il quale, dal Codice Dipl. bresciano, deduce che nel 1253 fra le varie immunità concesse dal Comune di Brescia vi è quella della erezione (ma pensiamo che si tratti di fortificazione del castello con torri e fossa un po’ problematica sul culmine della collina) sollevandone gli abitanti dalla grave spesa. Non vi sono notizie di assedi, distruzioni o saccheggi o altro e forse è per questa relativa tranquillità che il castello si è abbastanza ben conservato. Può darsi che la vicinanza di un forte arnese come Peschiera facesse passare in seconda posizione un borgo fortificato e nulla più, come Pozzolengo. Situato in alto sul colle ne copre con la cortina delle sue mura, tutta la sommità; è di pianta rettangolare piuttosto irregolare coi lati orientali e occidentali più lunghi e quello a nord più corto. Le mura, troppo coperte da edera, rampicanti ed arbusti, sono formate da ciottoli alternati però da corsi di mattoni in cotto, e portano ancora, sebbene sbrecciata, una merlatura guelfa. Nelle mura sono incastrate parecchie torri tutte a pianta semi circolare ad eccezione di quella sull’unico ingresso che è a pianta quadrata. ve ne sono due sul lato nord, e due sul lato orientale. Nell’interno, dopo l’androne d’ingresso, le case del villaggio, tuttora abitate, non sono con le loro stradette disposte sull’asse della linea di entrata, così come in altri nostri castelli quali Bedizzole, Padenghe, ecc., ma sono normali ad essa, parallele cioè ai lati lunghi. Logica disposizione onde sfruttare l’andamento del terreno. Purtroppo il complesso delle abitaazioni non è stato rispettato per quanto riguarda il colore ambientale e soprattutto il recente serbatoio dell’acqua potabile si erge sfacciatamente a disturbare, quale nota stridente, l’incanto di un insieme veramente notevole anche dal punto di vista del paesaggio. Non disturba invece il modesto campanile costruito sopra la torre di sud-est, con sopraelevazione in mattoni, presso il quale si scorge ancora l’abside dell’antica chiesa del borgo oggi perduta e vicino alla quale vi sono ingombranti “silos”.”