Chiesa di Santa Maria Maddalena
Chiesa di Santa Maria Maddalena o Duomo di Desenzano ha una storia ben più antica di quella dell’edificio attuale.
Chiesa di Santa Maria Maddalena attuale è un edificio del 1480 che è stato poi ricostruito nel 1586 su disegno di G. Todeschini e consacrato nel 1611 dal vescovo di Verona, anche se l’esistenza della pieve è comprovata sin dal 1145 dalla bolla papale di Eugenio III. L’edificio ha la facciata in stile gotico con una porta barocca del Settecento; all’interno è divisa in tre navate, quella centrale è coperta da una volta a botte che ripete il motivo delle arcate, in quella di sinistra si trova la cappella in cui è custodito il SS. Sacramento, a separarle vi sono sedici colonne in marmo di Botticino di stile dorico. Possiamo poi ammirare la statua in legno della Maddalena del 400, l’altare maggiore del 1700 con statuette dedicato al Redentore, intarsi e ricche decorazioni in marmi policromi. Sulla sinistra La Resurrezione di Lazzaro mentre in basso si vedono Marta, Gesù, la Maddalena e Lazzaro. A destra la raffigurazione de “La cena in casa di Simone il fariseo” mentre sopra le finestre sono collocate due tele del Celesti. Ci sono poi dipinti pregevoli di Zenon Veronese, di D. Cignaroli del 700, di D. Riccio del 500 e di A. Celesti pittore del 600. Nella cappella del S. Sacramento vi sono quattro colonne corinzie e la pregevole pala ” L’ Ultima Cena” del Tiepolo.
Della storia più antica della pieve di Santa Maria ci narra G.P. Brogiolo in “Le chiese medievali del Garda bresciano”: “La corte di Desenzano compare in un privilegio dell’878 di Carlomanno in favore dei
monaci di San Zeno di Verona, documento fortemente interpolato, e comprende campi, prati, selve, due monticelli, molini fino a Maguzzano. …. Nella parte genuina, il documento dell’878 conferma il passaggio al fisco regio (prima longobardo, poi carolingio) di una grande proprietà, verosimilmente già pertinente alla villa romana di Desenzano, ubicata nel “borgo regio” (toponimo assai significativo) e non lontano dalla pieve di Santa Maria. Nel 1145 la corte, la pieve ed il castello erano sotto la giurisdizione del vescovo di Verona, di cui doveva essere stato vassallo il conte di Desenzano (ricordato nel documento del 1107). Successivamente, il castello viene infeudato alla famiglia dei da Poncarale che nel 1221 restituisce i diritti sul castello al vescovo, che a sua volta li cede al comune locale. Oltre al castello, a Desenzano è ricordato, fin dal 1078, un villaggio. La pieve di Santa Maria Maddalena è stata ricostruita integralmente a partire dal 1586 ……….. L’antichità del luogo di culto è dunque ipotetica, come pure la sua funzionalità iniziale, forse relativa a una cappella della corte regia, il che ne giustificherebbe la dipendenza imperiale, sostenuta nella donazione di Carlomanno.”
monaci di San Zeno di Verona, documento fortemente interpolato, e comprende campi, prati, selve, due monticelli, molini fino a Maguzzano. …. Nella parte genuina, il documento dell’878 conferma il passaggio al fisco regio (prima longobardo, poi carolingio) di una grande proprietà, verosimilmente già pertinente alla villa romana di Desenzano, ubicata nel “borgo regio” (toponimo assai significativo) e non lontano dalla pieve di Santa Maria. Nel 1145 la corte, la pieve ed il castello erano sotto la giurisdizione del vescovo di Verona, di cui doveva essere stato vassallo il conte di Desenzano (ricordato nel documento del 1107). Successivamente, il castello viene infeudato alla famiglia dei da Poncarale che nel 1221 restituisce i diritti sul castello al vescovo, che a sua volta li cede al comune locale. Oltre al castello, a Desenzano è ricordato, fin dal 1078, un villaggio. La pieve di Santa Maria Maddalena è stata ricostruita integralmente a partire dal 1586 ……….. L’antichità del luogo di culto è dunque ipotetica, come pure la sua funzionalità iniziale, forse relativa a una cappella della corte regia, il che ne giustificherebbe la dipendenza imperiale, sostenuta nella donazione di Carlomanno.”