Festa dell’Anitra
A fine estate si macellano le anatre e si festeggia il patrono.
La Festa dell’Anitra ha il suo culmine nella prima domenica di settembre, si svolge nella parte alta della città, il quartiere cosiddetto “Capolaterra”, che si affaccia sull’attuale via Garibaldi fino all’incrocio con via Gherla, con le traverse di vicolo S.Giovanni, via Piatti e via Vittorio Veneto. Qui è ubicata la chiesa dedicata a S.Giovanni (fine del XVI sec.), che anticamente diede nome alla contrada. Considerato che da queste parti i palmipedi venivano uccisi tagliando loro la testa, per una sorta di curiosa analogia, le anatre finirono forse col rappresentare nell’immaginario collettivo la figura di S.Giovanni Battista, che aveva anch’egli subito la decapitazione.
Fino a qualche decennio fa era consuetudine per le famiglie di Capolaterra esporre nei giorni della festa all’esterno dei battenti della porta di casa le zampe e il becco di un’anatra legati con un nastro rosso. Una leggenda spiega il perchè di quest’usanza. Per la festa del patrono i contadini dovevano recare in dono al padrone l’anatra migliore, ma un bel giorno uno di Vaccarolo (frazione di Desenzano) decise di troncare quest’usanza e, giunto con la sua anatra nei pressi del castello le tagliò le zampe che appese al battente della porta riportandosi a casa il corpo dell’animale. Quello “scherzo? ruppe per sempre la tradizione.
Ed ecco perchè da allora, per la festa di S.Giovanni, sui battenti delle case di Capolaterra
apparvero zampe d’anatra.
Durante la festa, che ha inizio due giorni prima della domenica, la strada principale del quartiere (via Garibaldi), che conduce alla chiesa, è ornata con bandierine e vi fanno la loro comparsa bancarelle di dolci, giocattoli e palloncini.
Nella piazza I° Maggio (già Garibaldi), creata nel 1893, antistante l’oratorio si organizzano per l’occasione una serie di giochi popolari: ruota della fortuna, tiro a segno con le freccette e “tiro all’ anitra?. Un tempo quest’ultima gara veniva disputata con anatre vive messe in una piscina, per vincere bisognava infilare al loro collo almeno un anello lanciato da una certa distanza. Il premio consisteva nell’animale stesso che era messo in un sacchetto di plastica nero e consegnato immediatamente al vincitore. Da qualche anno però, in seguito all’intervento della sezione animalisti di Desenzano, l’uso di animali vivi per il gioco è stato sospeso e al loro posto nella piscina galleggiano solo delle anatre finte. Ai vincitori viene comunque consegnato un buono che consente loro di ritirare il giorno seguente il premio in natura presso una fattoria della zona che alleva anatre. Stando a quanto si dice, è tradizione che ogni anno durante la festa piova almeno per qualche minuto. In questa ricorrenza la presenza dell’acqua assume particolare rilievo la domenica pomeriggio e sera, quando gruppi di ragazzi, per consuetudine, ingaggiano una vera e propria “guerra? combattuta con palloncini, pistole e mitra caricati ad acqua. Oltre a bagnarsi e a spruzzarsi tra di loro, i contendenti si divertono anche a gettare vestita qualche ragazza nella fontana che sta al centro della piazza. C’è chi, per spiegare questo comportamento, ipotizza che esso abbia attinenza con le abitudini delle anatre, che sono degli animali acquatici, ma si tratta solo di un’opinione, non di un’assoluta certezza.