I Martinengo
Famiglie storiche bresciane e della Riviera della Magnifica Patria
I Martinengo: Il conte Camillo Martinengo Cesaresco (n. 1612) q. Antonio. ……… Dopo una gioventù avventurosa – sono noti i suoi amori per Camilla Porcellaga – per le sue malefatte venne bandito dalla Repubblica, passò a Parma e forse fu allora che trattò con Alesandro Pallavicino l’acquisto del palazzo. Quando potè liberarsi dal bando, ritornò a Barbarano e vi condusse vita splendida. Nel 1668 vi ricevette fra grandi feste il granduca Cosimo III di Toscana. Alla sua morte nel 1690 istituì un fedecommesso sul palazzo e sui possedimenti vicini in modo che quella sua proprietà passò per un secolo sempre in eredità per linea di primogenitura. Non avendo figli il palazzo passò a Lodovico (n. 1651) figlio di suo fratello Francesco e fu allora che avvennero le varie vicissitudini familiari, già raccontate. Da Lodovico, che aveva passato molti anni della gioventù alla corte di firenze, e da Caterina Martinengo Palatino nacque fra gli altri, Carlo Camillo (n. 1686) il quale da Girolama Gennari degli Orzizecchi ebbe dieci figli; il primogenito Giuseppe Antonio (n. 1730) sposò Teresa Olmo. Nel 1749 passò di qui quella famosa corrispondente avanti lettera che fu Lady Maria Wortley Montagu che descrisse alla sua maniera il sito in una lettera alla figlia. Parleremo di lei a proposito di un altro palazzo. A Giuseppe Antonio succedette Lodovico Camillo (n. 1770 ?) marito di Giuseppa dei conti Pellizzari. Era ancor vivo il padre quando nel 1797 arrivarono i Francesi di Bonaparte. Altri, Ed anche noi in altro volume, hanno narrato il fatto d’arme nel quale fu coinvolto il palazzo durante le due battaglie di Lonato. Diremo soltanto che il generale Guyeux, sorpreso da un corpo austriaco, si asserragliò per parecchi giorni nel palazzo con qualche centinaio di uomini, subendo anche un bombardamento da parte di una flottiglia austriaca. Fu poi liberato dal generale Sauret. L’occupazione, le azioni militari e il saccheggio della feccia della popolazione, felice di sfogarsi sul “palass del cont Camill” portarono gravissimi danni al mobilio dei conti Martinengo che erano lontani. Da Lodovico nacquero nove figli (dei quali soli tre maschi) che non ebbero discendenti e la famiglia con loro si estinse. L’ultimo a morire nel 1884 fu Giuseppe Camillo, luminosa figura di patriota che si estinse durante le X Giornate e fu comandante, nel 1848, della Guardia Nazionale. Ancora in vita egli adottò il signor Eugenio Cocchetti di Rovato, figlia di sua sorella Ester e del sig. Giuseppe Cocchetti. Eugenio sposò l’inglese Evelina Carringhton, la nota scrittrice col nome Evelina Martinengo Cesaresco, ma non ebbe figli. Fu suo erede, tanto del palazzo di Brescia quanto della villa di Rovato e di questo palazzo il figlio di sua sorella Vittoria andata sposa al nob. Luigi Terzi. Quell’unico figlio, Giuliano (n. 1875), sposò donna Teresa dei principi Torlonia e ne ebbe due figli Ottobono e Manfredi.
Fonti Fausto Lechi, “Dimore Bresciane, in cinque secoli di storia”