Isola di Sant’Andrea
L’isola è un importante sito archeologico, già nel XIX secolo ci sono segnalazioni della presenza degli antichi su quest’isola, dal 1987 a 1990 sono stati trovati resti di vasellame di epoca romana, resti di una sepoltura con corredo.
Isola di Sant’Andrea, l’indagine archeologica interessa tre settori:
Zona A: nella parte a nord dell’isola sono stati rinvenuti resti databili verso il V-VI secolo d.C. riguardanti capanne, focolari, buche e poco distante anche parti di muri di altri piccoli edifici non ancora precisamente datati. Anche altri resti di muri sono stati trovati nella zona settentrionale dell’isola, databili intorno all’inizio del VI secolo e del VII secolo; resti molto probabilmente di abitazioni in muratura.
Zona B: nella parte a sud dell’isola sono stati rinvenuti altri resti di abitazioni in pietra di diversa dimensione e composizione legati con malta che gradualmente sostituirono le capanne di legno.
Zona C: la parte centrale dell’isola era stata adibita inizialmente a necropoli e successivamente vi venne costruita sopra la chiesa romanica di Sant’Andrea, abbandonata successivamente prima del XVI-XVII secolo.
Altri resti riguardano la Prima Guerra Mondiale, varie gallerie in più punti dell’isola, postazioni scavate nella roccia, alcune targhe con il nome del reggimento di postazione sull’isola di Sant’Andrea e altre riportanti il nome di “isola Clotide”, tentativo non riuscito di quel periodo.