Palazzo Colleoni

Il palazzo si trova nella linea di edifici della terza quadra di S.Giovanni che si affaccia sulla via della Pace, la quale segna il passaggio con la seconda quadra e dove un tempo sorgeva il fossato con la seconda cinta di mura cittadine.

Palazzo Colleoni dovrebbe essere sorto tra il 1455, anno in cui venne consegnato al condottiero Bartolomeo Colleoni il bastone di comando di tutto l’esercito veneziano ed il 1467, anno in cui venne iniziata la sistemazione delle mura. In quegli anni devono essere stati ceduti a Bartolomeo i terreni che si trovavano a sera del fossato, tra l’attuale Corso Garibaldi e via Cairoli. La facciata ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli tanto che il portale in marmo si pensa sia stato tolto dai Martinengo per essere poi messo nell’edificio di via Cairoli 2, ma esiste un disegno della facciata originaria e delle piante nell’archivio dei Padri Filippini datato 1684, quando l’edificio venne comperato da loro. Al tempo vi erano due ingressi, quello principale con il portale in marmo sopra menzionato e quello secondario o di servizio, solo tre finestre con grate al piano terra per la sicurezza; una fila di sei finestre di grandi dimensioni al piano nobile e al secondo piano sette finestrelle per locali di servizio e tre più ampie per il salone di quel piano. Sul cortile interno si apriva un grande porticato di undici campate ad arco acuto sorrette da altrettante colonne con capitelli gotico-corinzi con gli stemmi dei Colleoni e soffitto con travi e travetti in legno scuro, le pareti sopra i porticati erano completamente affrescate con figure di donne e di uomini d’armi; l’ala ad est serviva ad accogliere gli ospiti mentre quella a nord dava accesso alle scuderie, visto che a quel tempo i cavalli erano molto importanti e dovevano essere facilmente accessibili. Al primo piano, verso il cortile, si trova una loggia (al tempo di dimensioni maggiori) che riprende il ritmo del sottostante porticato, con soffitto sempre in legno ma impreziosito da tavolette dipinte con figure umane o di animali o degli stemmi dei Colleoni; allo stesso piano, dei due grandi saloni con grandi travi decorate ne rimane uno con soffitto a sei campate e con tracce del fregio che correva su tutte le pareti. Alla morte di Bartolomeo nel 1475 palazzo Colleoni andò alla figlia Caterina e i suoi discendenti vennero chiamati Martinengo della Palata per distinguerli dagli altri rami. (fonti F.Lechi vol. II. Pag.236)