Palazzo Lana
Sulla strada per Bedizzole s’innalza il portale che potrebbe essere l’annuncio di un grosso palazzo: due lunghe lesene appoggiate alle spalle del portale bugnato, una trabeazione con triglifi spezzata in mezzo per far posto a uno scudo da stemma circondato da volute e da cartocci, ultrabarocco, tutto questo rumore sembrerebbe prevedere chissà quali grandiosità e invece, affacciandosi al cortile molto ampio, si scorge di fronte un fabbricato dall’aspetto colonico anche se dalle dimensioni non comuni. Osservare il bel pozzo sulla sinistra.
Palazzo Lana (XVI secolo): Nell’interno del palazzzo incompiuto invece si scorgono i resti di un’antico splendore. L’androne innanzitutto ha la volta a botte tutta dipinta a grottesche e fregi del secolo XVI e enl salone, che si apre a sinistra entrando, (oggi adibito a caseificio) oltre ad esservi poche tracce di un bel fregio sulla fascia sotto il soffitto di legno, vi è un bellissimo camino in pietra, sempre del Cinquecento, che porta inciso il motto “ET CREAT ET PERDIT”, Sulla cappa è dipinto un grande stemma accoppiato dei Lana e dei Ducco. Vi sono altri locali a volta ma senza deorazione, almeno apparente.
In altre occasioni abbiamo avuto occasione di parlare dei Terzi e in modo speciale dei terzi Lana. Nel 1568 Celso (n. 1534) col fratello Annibale (n. 1527) il bandito senza famiglia, figli di Teseo q. Luca, possedevano circa 400 piò fra Mazzano e Virle con vari fienili; il terzo fratello Ercole (n. 1530) non denuncia proprietàin quel posto mentre Luca (n. 1525) dice chiaramente di possedere in Virle un casamento che sta fabbricando. La proprietà di Annibale passò ad Ercole e così nel Seicento tutti e tre i rami discendenti dai figli di Teseo ebbero proprietà in questa zona, oltre alle più antiche di Borgonato ecc. Questa casa nel 1641 doveva essere del ramo di Celso q. Teseo e precisamente di Fabrizio (n. 1578) , il quale doveva averla lasciata ai figli del fratello Ferrante, di nome Celso (n. 1631) e Gio. Battista (n. 1641). Celso era figlio della prima moglie di Ferrante cioè di Taddea Calini, Gio. Battista della seconda, Dorotea Alventi. Celso abitava in Brescia al Novarino e Gio. Battista in contrada di Porta nuova (v. G. Rosa) verso il cantone di Bruttanome. Da Gio. Battista e Ottavia Avoltori, vicina di campagna, nacquero Ferrante (n. 1665) Fabrizio (n. 1667) e Teseo (n. 1678); quest’ultimo sposò Lodovica Emili q. Antonio, altri vicini di campagna, ma non ebbe figli e la proprietà, forse per il vincolo fidecommissario, passò ai discendenti del ramo collaterale sempre della stirpe di Teseo (q. Luca) e coiè Gio. Pietro (n. 1678) q. Ascanio q. Carlo. Da Gio. Pietro e dalla nob. Costanza Fenaroli nacquero molti figli, fra i quali sorse una lunga e famosa lite per le divisioni della proprietà paterna ma continuarono la famiglia soltanto in due: Ignazio (n. 1724) di cui si parlò a proposito della villa di Borgonato e Gaetano. Questi sposò Marianna Giudici e da loro nacque Giovanni marito di Giulia Bona e padre di Gaetano (n. 1816 – m. 1881). Dalla moglie Francesca Guidinali nacque Gerardo (n. 1854 – m. 1908) che vendette la proprietà di Mazzano. Egli fu l’ultimo maschio di tutta la famiglia dei de Terzi Lana perchè dalla moglie Evelilna Tocagni non ebbe che tre figlie Olga, Eva e Bianca. Eva sposò il sig. Ragnoli. La casa, detta la Maddalena, passò in varie proprietà sempre più decadendo dal suo rango di abitazione nobile.
Palazzo Lana
Palazzo Lana – Fonti Fausto Lechi, “Dimore Bresciane, in cinque secoli di storia”