Palazzo Martinengo della Motella
Situato appena fuori da quella che era la cerchia delle mura cittadine medievali, nella vasta area un tempo concessa al condottiero Bartolomeo Colleoni; oggi si trova nella terza quadra di S. Giovanni .
Palazzo Martinengo della Motella è uno dei più importanti del Seicento, ma al suo interno si trovano alcuni elementi del palazzo precedente, del Quattrocento. A sera del cortile, dopo un breve androne, si apre un cortiletto nel quale si scorgono i pochi particolari rimasti dell’antica residenza. Si tratta di tre belle colonne jonico-rinascimentali poste a sud e di cinque a est; quest’ultime incorporate nel muro. Tutte quante formavano le arcate del portico padronale. Al piano di sopra tre arcate con colonne simili sovrastano il tratto di portico a sud e aprono una loggia elegante. Sui capitelli lo stemma con l’aquila dei Martinengo, la più parte scalpellati. In un locale a pian terreno, verso strada, resti di un soffitto a cassettoni a larghi lacunari e fregio. L’edificio è lungo e ad un solo piano, con grandi finestre incorniciate in pietra bugnata; elementi veramente notevoli sono: il portale in pietra, portato qui dai Calini nel 1730 togliendolo dal vicino palazzo Colleoni poi Martinengo della Palata, completamente scolpito in altorilievo senza separazione tra i piedritti e l’arco che termina con un medaglione ovale che incornicia un condottiero a cavallo; il portone in legno, esaltazione della gloria militare, anch’esso completamente ricoperto da altorilievi di armi; il balcone d’angolo, settecentesco. Passato il basso e largo androne d’ingresso si arriva nel cortile da dove si accede alla scala di non grandi dimensioni che porta al piano nobile, qui c’era il salone con soffitto a travi e travetti decorati; poi altre due sale, una presenta decorazione in chiaroscuro a foglie, vasi e tre grandi paesaggi, forse del Teosa, l’altra sempre con fregi di stile pompeiano e tre grandi pannelli del Teosa alle pareti. Il palazzo nella struttura attuale venne costruito da Camillo Martinengo della Motella figlio postumo (n 1571) di altro Camillo e di Polissena Martinengo Colleoni, ultimo del ramo della Motella. Egli dovette innalzarlo nei primissimi anni del Seicento ma non potè vederlo finito nell’interno e in molti particolari. L’eredità di palazzo Martinengo della Motella fu causa di una lunghissima lite contro i nipoti del defunto Camillo, i conti Calinni figli della sorella. La causa si trascinò per più di cinquant’anni e finalmente nel 1661 il palazzo, con parte della Motella, venne assegnato ai conti Calini definitivamente. Orazio Calini (n.1742) ebbe due figli, Antonio e Beniamino, che vendettero il palazzo a Pietro Ducco verso il 1830, passò quindi ai Mondella, ai Sorelli, al conte Giuseppe Calini e suoi discendenti fino al 1970.