Pieve di San Zeno
La pieve di San Zeno sorge su un’altura poco fuori dal centro abitato di Lonato, in una posizione che tra il X e XI secolo doveva essere intermedia tra i centri abitati del suo territorio, limitrofo alla pieve di Sant’Emiliano di Padenghe.
La Pieve di San Zeno viene nominata in più documenti, nel 1154 papa Anastasio IV la conferma al vescovo di Verona Tebaldo, poi nel 1184 viene data da papa Lucio III all’arciprete Riccardo insieme al castrum vetus nel quale era inserita e ai numerosi beni fondiari ad essa collegati. Del castello che fortificava il cucuzzolo non rimane che qualche tratto di muratura dello spessore di un metro, osservabile sul lato meridionale. L’edificio presenta quattro fasi costruttive. L’attuale edificio si presenta con un’unica navata, abside semicircolare sul lato est, facciata a capanna sul lato ovest tetto in coppi, la sua muratura presenta varie fasi edilizie, la prima databile entro l’XI secolo, quando l’edificio era più piccolo e basso; la seconda intorno alla metà del XII secolo, quando la chiesa viene allungata, sopraelevata e viene rifatta l’abside; in tempi più recenti veniva poi inserito il vano dell’attuale sagrestia a pianta rettangolare. L’apparato murario di questa parte della chiesa appare abbastanza omogeneo realizzato nelle parti basse con pietre grandi, mentre in quelle alte diventano più piccole e meno lavorate. Forse queste leggere differenze sono dovute ad una diversa fase di esecuzione dei lavori, anche se potrebbe trattarsi di materiale differente. Sul lato nord si possono notare due porte murate e rialzate di circa mezzo metro rispetto all’attuale pavimento, la prima è sormontata da una lunetta monolitica semicircolare con al centro una croce in rilievo, la seconda, più grande, ha architrave monolitico e stipiti formate da pietre rosate. L’interno della chiesa non ha mantenuto la struttura d’epoca romanica e presenta evidenti segni di ristrutturazione. Il pavimento è recente in piastrelle di laterizio, le pareti sono ricoperte da uno strato di intonaco bianco, tre arconi trasversali, che poggiano su pilastri vicino ai muri perimetrali, scandiscono lo spazio interno in quattro campate. Vi sono due acquasantiere in pietra, posizionate in due nicchie vicino all’ingresso sud della chiesa; una è ricavata da un monolite di pietra scura con scolpite due croci affiancate, mentre l’altra è in pietra bianca
Fonti G.P. Brogiolo