Pieve di Sant’Andrea
In età romana Maderno era attraversata da una diramazione della via Gallica che congiungeva Brescia all’alto lago; l’importanza del sito in età imperiale è attestata dal gran numero di epigrafi e sculture di età flavia reimpiegate nella facciata romanica di Sant’Andrea. In età medievale Maderno divenne sede di una corte vescovile, forse sviluppatasi da un’antica corte regia; era un importante centro per la diocesi di Brescia, qui i poteri del vescovo si estendevano dal lago di Garda fino al fiume chiese e comprendevano non solo gli affari ecclesiastici ma anche quelli civili e giurisdizionali; facilmente la pieve di Sant’Andrea a Maderno era utilizzata dai vescovi di Brescia come sede estiva, visto che qui erano custodite anche le reliquie di San Ercolano (identificato come vescovo di Brescia), l’imponenza e la decorazione dell’edificio.
La pieve di Sant’Andrea sorge presso l’approdo all’interno del golfo di Maderno: la piazza che lo separa dal lago è stata realizzata nell’Ottocento, ampliando l’antico sagrato; la via Benamati, lungo il fianco della chiesa, corrisponde all’antica via Regia che ricalcava il tracciato della strada romana: questa, che a Maderno lasciava il percorso litoraneo per inoltrarsi su un tracciato di mezza costa, congiungeva la viabilità maggiore verso Brescia e Verona con Salò, Toscolano, Gargnano; l’importanza del collegamento viario condizionò l’impianto dell’edificio, che appare orientato a nord-est. …… La titolazione fa supporre un’origine tardoantica, forse in relazione con la donazione di una particola delle reliquie dell’apostolo Andrea che si ipotizza siano state condotte a Brescia nella seconda metà del IV secolo dal vescovo Filastrio; alcuni elementi di arredo liturgico, reimpiegati nelle murature romaniche, ne documentano l’esistenza nell’VIII secolo; …. la notizia della sepoltura di Ercolano risulta aggiunta nei martirologi dell’XI-XII secolo di Brescia, Verona e Trento e, all’interno della chiesa, tutte le testimonianze figurative sul santo vescovo appaiono posteriori alla fine del XIII secolo: è possibile che tra VI e VII secolo le reliquie apostoliche abbiano attratto la deposizione delle spoglie del vescovo; progressivamente la chiesa si arricchì di altre reliquie, fino a raggiungere la consistenza dell’elenco del 1342, comprendente resti dei vescovi bresciani Felice, Ursicino, Faustino.
La pieve di Sant’Andrea è stata citata per la prima volta in un documento del 1040, tenuto nell’archivio del monastero di San Pietro al Monte di Serle; i confini del suo ristretto territorio erano definiti a sud dal corso del Bornico, che lo separava dalla pieve di Salò, mentre la pieve di Toscolano estendeva la sua giurisdizione anche sulla sponda meridionale del torrente Toscolano con la cappella di San Benedetto al ponte. (G.P.Brogiolo)
La costruzione della pieve di Sant’Andrea ha richiesto un periodo lungo, tra l’inizio dell’XI secolo e la metà del XII, si ipotizza sulle fondazioni di una struttura precedente di cui si notano degli elementi nell’abside; la struttura romanica originaria presentava tre navate con una sola abside centrale in corrispondenza di una cripta ad oratorio dove erano custodite le reliquie di Sant’Ercolano. Le navate erano separate da due file di pilastri quadrati con addossate delle semicolonne, la facciata è divisa in tre parti, in quella centrale un rosone sopra ad una monofora e al portale strombato riccamente decorato con elementi in marmo scolpito. Dal 1343 iniziano pesanti modifiche sull’edificio come l’apertura di tre vani sul lato destro per ospitare nuovi altari, tra cui quello di San Marco, successivamente vennero chiuse le finestre sui lati della chiesa; nella seconda metà del XVI secolo venne costruito il pulpito a sinistra, demolita l’originale abside semicircolare e sostituita con una rettangolare, il presbiterio soprastato con una piccola cupola non finita esternamente. La navata principale è stata rialzata per ospitare la nuova copertura con volte a crociera con la sostituzione delle vecchie colonne che si alternavano un tempo ai pilastri di sostegno. Con la sua visita nella diocesi di Brescia nel 1580, Carlo Borromeo decise di far demolire la cripta, abbassare il presbiterio, costruire la cantoria sul lato sinistro; in quel periodo le reliquie di San Ercolano vennero poste nella sagrestia fino al 1587, quando vennero collocate nel nuovo altare barocco sul lato destro. Vista l’importanza della pieve di Sant’Andrea di Maderno, gli elementi decorativi sono particolarmente ricchi sia sulla facciata che all’interno, con esempi che si trovano nelle chiese di Sant’Ambrogio e di San Babila a Milano. Sulla facciata, coronata da un motivo ad archetti con elementi scolpiti con figure umane ed animali, si trovano due alte semicolonne in corrispondenza delle navate interne, sormontate da capitelli romani di riutilizzo; il portale d’ingresso è decorato con motivi geometrici, vegetali e simbolici, compreso la figura di un leone (simbolo della Risurrezione), di una sirena a due code (simbolo di lussuria), l’Agnello e un’aquila. Originariamente vi era un muro che delimitava il sagrato che rimase fino agli inizi del Novecento.
La presenza a Maderno della sede del consiglio della Comunità di Riviera e del rappresentante della dominante (di volta in volta Milano o Venezia) favorì fino alla metà del Quattrocento la committenza in Sant’Andrea: l’elemento indubbiamente di maggior pregio è la piccola tavola di Paolo Veneziano, rappresentante la Madonna con il Bambino in trono e due offerenti, commissionata da Andrea Zeno (1347), che documenta l’intensa influenza veneziana sul Garda e più in generale sul territorio bresciano.