Pieve di Santa Maria Assunta
La Pieve di Santa Maria Assunta a Garda, fa parte delle chiese anteriori al Mille presenti sul territorio del Garda, la sua circoscrizione confinava con la pieve di Malcesine a nord, la pieve di Lazise a sud e la pieve di Caprino a est, verso il massiccio del monte Baldo.
La Pieve di Santa Maria Assunta sorge ai piedi di monte San Giorgio, dove un tempo vi era una fortificazione e adesso c’è l’eremo dei Camaldolesi, a poca distanza dalla riva del lago, all’interno del Borgo Vecchio che coincide con un primo insediamento sorto ancora in epoca imperiale romana, anche se il successivo centro fortificato di Gardaplana si sviluppò poco più a nord. La pieve di Santa Maria Assunta è stata ricostruita dopo il terremoto del 1117 e di quel periodo mantiene l’assetto architettonico, mentre l’edificio attuale è del XVI secolo con pesanti ristrutturazioni subite tra il XVIII e XIX secolo; della pieve precedente di epoca alto medievale non si hanno informazioni sulla posizione, su base archeologica si sa della presenza di una chiesa longobarda in quella che era la piazza del porto di quei tempi, dove ora si trova via Cavour e via della Libertà. Nell’edificio attuale si trovano comunque vari elementi architettonici e decorativi alto medievali tra cui un arco di pergula di epoca longobarda e un sarcofago in pietra oolite di San Vigilio databile tra VIII e il IX secolo. All’interno del complesso della pieve, nella sagrestia, si potrebbe identificare una chiesa risalente alla fine del X o inizi del XI secolo che corrisponderebbe a Santa Maria Antica; a fianco sorge un chiostro con un cortile a forma trapezoidale su cui si affacciano edifici di epoche diverse poi inglobati con un’unica funzione tra il XV e il XVI secolo. Il campanile venne costruito nel 1571 mentre al suo interno si possono ammirare i confessionali del Brustolon, una pontificia di Innocenzo II è scolpita nel marmo vicino alla porta del campanile, un crocefisso di legno del 15, una pala di San Biagio e un affresco della Madonna con Bambino del Quattrocento.