Pieve di Santa Maria Genitrice
La Pieve di Santa Maria Genitrice di Medole risulta in alcuni documenti del 1020 e ha fatto parte della diocesi di Brescia fino all’inizio del XVIII secolo, insieme a quelle di Guidizzolo e di Castiglione delle Stiviere, poi è passata a quella di Mantova.
Pieve di Santa Maria Genitrice: in quest’area, nel XI-XII secolo divennero attivi più centri di culto e diverse comunità ecclesiastiche: nel 1087 il vescovo di Brescia Arimanno da Gavardo concesse la chiesa di San Vito di Medole all’abate del monastero di San Benedetto in Montirone; nel 1090, Uberto figlio di Arduino conte di Parma donò la curtis ed il castrum allora presenti a Medole al monastero di Cluny; già Arduino tempo prima donò la cappella di San Giusto sempre al monastero di San Benedetto, una cappella di San Dalmazio al monastero di San Prospero di reggio Emilia ed un appezzamento di terreno all’Abbazia di Maguzzano. Nel 1122 i rapporti tra l’insediamento del monastero di San Benedetto e la pieve di Santa Maria non erano tranquilli, visto che arrivarono a stipulare una conventio nella quale il vescovo di Brescia Villano, con l’arciprete Lanzo della pieve di Santa Maria di Medole, promisero di non muovere causa al monastero stesso per la chiesa di San Vito e per i beni pertinenti alla chiesa di San Giusto, ottenendo in cambio il controllo di quest’ultima.
La pieve di Santa Maria Genitrice si trova esternamente al nucleo abitativo originario del paese, ha pianta rettangolare con unica navata e abside semicircolare; l’esterno, che era destinato ad essere intonacato, è stato rimaneggiato ma mantiene la sua origine romanica, sull’abside sono presenti delle lesene in pietra mentre sulle pareti laterali, sotto la gronda, vi è una serie di archetti in cotto. All’interno vi sono degli affreschi nell’abside databili tra il XIV ed il XV secolo.
informazioni liberamente prese da Garda Romanico di Renata Salvarani