Riviera di Salò – La Magnifica Patria
Riviera di Salò
Comunità della Riviera del Benaco – Comunità della Riviera bresciana del lago di Garda – Magnifica Patria
Riviera di Salò o Communitas Riperiæ Lacus Gardæ Brixiensis e precedentemente Communitas Riperiæ Benaci, nasce il 4 novembre del 1334 con capoluogo Maderno dall’unione di 34 comunità della riviera e parte della Valle Sabbia che non volevano fare parte né di Brescia né di Verona, decidono quindi di allearsi a Venezia, che manderà un provveditore; finirà nel maggio 1797. L’alleanza con Venezia porta grande giovamento alla Riviera, presente anche in campagne militari al fianco della Serenissima e che vede i suoi rappresentanti presenti ad incontri con i massimi esponenti della politica del tempo.
Dopo il Mille, in un tempo in cui il territorio bresciano era attraversato da soldatesche di ogni genere, di ogni provenienza ed oppresso dai mali della guerra, la Riviera di Salò ritiene opportuno rinsaldare i vincoli di fratellanza che legavano tra loro le sue comunità minori e decide di darsi l’assetto di una piccola provincia, con confini ben definiti e con capoluogo Maderno, visto che questa era la borgata che godeva di antichi privilegi e immunità. A questo scopo verranno emessi gli Statuti, civili e criminali, atti a regolamentare la cosa pubblica e la vita privata con i beni dei suoi abitanti.
L’origine di questa attività costituente può essere fatta risalire ai diplomi che già Federico I Barbarossa (1122-1190) durante la sua prima discesa in Italia del 1154 concesse alle città che restarono a lui fedeli durante il periodo della Lega Lombarda, come il castello di Scovolo, seguiti da quelli di Federico II (1194-1250) nel 1221 a Scovolo e 1232 a Maderno, che riconoscevano a questi borghi diritti di autonomia e indipendenza.
Verso la metà del XIII secolo nasce in tutte le città della penisola lo scontro civile tra le fazioni guelfe e quelle ghibelline capitanate nel bresciano e sulla riviera prima da Ezzelino III da Romano, poi dagli Scala e, dal 1277, anche dai Visconti.
Le ostilità tra Brescia guelfa e la Riviera ghibellina non si placano e dopo la sua sottomissione alla città, venne vietato agli sconfitti il possesso di castella e la loro cessione ai partigiani guelfi; questa situazione continuò fino al 1330, quando Alberto II e Mastino II della Scala occupano buona parte della Riviera fino alla Valle Sabbia. Visto il rischio di occupazione non solo di Veronesi, Bresciani, Milanesi, ma pure di stranieri, la Riviera decide di rivolgersi alla Repubblica di Venezia, esempio in quel tempo di saggio e forte governo e, il 4 novembre 1334 il Generale Consiglio proclama gli Statuti. Quest’ultima risponde alla richiesta dando delle indicazioni per il ripristino della pace sociale, con il rimpatrio dei confinati o esiliati per delitti minori e la conferma della pena per quelli che avevano invece rivestito ruoli importanti nella delinquenza. La richiesta della Serenissima riguardo agli Statuti è semplicemente di redigerne due copie di cui una deve essere tenuta presso la Cancelleria della Repubblica e l’altra a Maderno e che nessuno potesse fare delle variazioni se non prima approvate dalla Serenissima; il primo Podestà di Venezia entrato a Maderno è Nicolò Barbaro nel 1336 ma nel 1377 Brescia si dedica ai Visconti.
Per la sua posizione geografica però la Riviera non è facilmente difendibile dai Veneziani, tanto che per un certo periodo Venezia deve sospendere la sua protezione in quanto impegnata su altri fronti e di questo ne approfitta Bernabò Visconti (1323-1385), sposato con Beatrice (1331-1384) figlia di Mastino della Scala, che la assoggetta intorno al 1350, ma di cui ha pieno potere solo nel 1354 alla morte dello zio arcivescovo Giovanni; questo anche se nel 1351 l’imperatore Carlo IV concede a Mastino II della Scala di disporre di tutto il Garda (ab una ripa territorii veronensis usque ad alteram brixiensis), periodo in cui viene eletto il primo Capitano del Lago.
Bernabò è un personaggio di indole irrequieta e crudele e sotto la sua dominazione la popolazione della Riviera si ribella, sfruttando anche la lega formata contro di lui da Estensi, Papa Urbano V, Scaligeri, Gonzaga e Carraresi; nel 1362 gli scaligeri cingono d’assedio Salò che rimane però a favore dei Visconti girando a loro favore la sorte.
Nel 1375, alla morte di Cansignorio della Scala, Bernabò tenta di vantare diritti di successione sulla Riviera ma viene contrastato da Bartolomeo II della Scala che avanza distruggendo Rivoltella e Desenzano e puntando su Brescia dove è accampato l’esercito visconteo; Beatrice, a cui Bernabò aveva ceduto la Riviera, si porta a Salò, rinforza ed amplia le mura del castello e, come ringraziamento dell’aiuto precedentemente prestato al marito, la elegge capoluogo della Riviera, titolo che le rimarrà fino alla fine. Durante il dominio di Beatrice vige un periodo di prosperosa tranquillità ma alla sua morte il 18 giugno 1384 Bernabò cede la Riviera al figlio Gianmastino di appena dieci anni. Il nipote Gian Galeazzo (1351-Melegnano 1402) il 16 marzo 1385 entra in Milano, fa avvelenare lo zio Bernabò e si instaura come principe sovrano; durante i funerali del duca i rappresentanti di Salò hanno un posto di rilevanza maggiore rispetto a quelli di Brescia e Verona.
Vista la nuova situazione politica, i Rivieraschi devono adattare i loro statuti e per questo eleggono una commissione già nel settembre del 1385 che, nel giro di pochi mesi, riesce a modificare gli Statuti Criminali, gli Statuti Civili ed anche quelli per le vettovaglie ed i dazi “Statuta vectualium”, presentandoli a Gian Galeazzo Visconti che li ratifica già il 9 aprile 1386; successivamente verranno fatte integrazioni e modifiche sia da parte di Galeazzo che dal suo successore Filippo Maria (1392-1447), ma sostanzialmente rimangono quelli fino al successivo ritorno della Riviera sotto la protezione della Serenissima nel 1426.
Nel 1426, il 13 maggio, il doge Francesco Foscari fregia la Riviera del titolo di Primogenita, ne riconosce la piena autonomia amministrativa e la sua indipendenza da Brescia; il 20 novembre “I bresciani prestarono allora giuramento di fedeltà indissolubile alla Serenissima riuniti in S. Pietro de Dom. Ivi si raccolsero i cittadini e le rappresentanze di tutte le terre della provincia.” (M.Gerosa, vol.I)
Il 16 giugno 1438 viene istituito dal Senato Veneto il Provveditorato di Salò, una decisione di carattere politico per mettere in atto i privilegi concessi a Brescia;
Da questo momento la Riviera Benacense deve ricevere i Podestà non più da Venezia ma da Brescia; il Podestà viene imposto da Brescia come compenso per l’aiuto nella guerra veneto-viscontea del 1438, contro la volontà della Riviera che vuole invece un podestà veneziano, è nominato dal consiglio della città di Brescia e scelto tra i patrizi, i quali accettano malvolentieri l’incarico perchè, come ebbe a scrivere dei rivieraschi Giovan Francesco Paratico, podestà nel 1543, “…infesti et inimici a’ suoi superiori et di natura proterva” (per un antico privilegio, Maderno, Muslone e Tignale non dipendevano dal podestà di Salò per le cause civili, ma avevano un proprio giudice con titolo di vicario).
Nel 1438 Filippo Maria manda il Piccinino ad assediare Brescia, quindi Venezia per difenderla e riprendersi il castello di Salò organizza la “Galea per montes” che, passando dall’Adige al lago di Loppio e poi dalla valletta di S.Lucia, porta una flotta a Torbole. Il Piccinino e Taliano del Friuli però rendono vano lo sforzo veneziano con una loro clamorosa sconfitta; il 10 aprile 1440, sistemate le navi superstiti ed aggiunte altre, avviene un altro grande scontro dove la flotta milanese viene quasi completamente distrutta di seguito viene liberato anche il castello di Salò.
20 ottobre 1443, il conflitto per questo magistrato, il Podestà bresciano, inviso ai Benacensi, si risolve col rescritto che incarica un capitano nobile veneto di dividere la giurisdizione col Podestà di Brescia; entrambi risiedono a Salò, nel Palazzo del Podestà. La Riviera ottiene una parziale indipendenza da Brescia e di ospitare nuovamente il Capitano della Riviera e Provveditore di Salò mandato dal Senato veneziano. In questo periodo la Riviera ottiene il titolo di “Magnifica” e di “Figlia primogenita della Serenissima” e varie autonomie, tanto da diventare quasi uno stato a sé. Le due figure quindi sono quella del Provveditore e Capitano, mandato da Venezia e quella del Podestà, mandato da Brescia. Il Provveditore si occupa degli Statuta Criminalia, dell’amministrazione della finanza pubblica e della giustizia; il Podestà si occupa invece della giustizia civile.
Il 9 aprile 1454 viene stipulata la Pace di Lodi, con la quale si ha la fine delle guerre di Lombardia, lo scontro tra Venezia e Milano e si ha un periodo di pace per quarant’anni.
Nel 1473 cessa la consuetudine della residenza del Provveditore destinato a governare parte (un anno) a Maderno e parte (un anno) a Salò, e si trasferisce senz’altro definitivamente a Salò.
All’inizio del XVI secolo, per volere di papa Giulio II, si uniscono nella Lega di Cambrai contro la Serenissima, l’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo, Luigi XII di Francia, Ferdinando II d’Aragona (re di Napoli e di Sicilia), Alfonso I d’Este (duca di Ferrara), Carlo II (duca di Savoia), Francesco II Gonzaga (marchese di Mantova) e Ladislao II (re d’Ungheria), al fine di spartirsi i suoi possedimenti e durante la guerra della Lega (1508-1516) la Riviera viene occupata dalle truppe francesi e spagnole, mal volute dalla popolazione.
1570, 23 aprile, parte una nave di armigeri per andare a combattere contro i Turchi ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), nella quale i Rivieraschi si distinguono per il valore; la battaglia viene clamorosamente vinta dalla Lega Santa ma gli alleati di Venezia non volendo proseguire oltre contro gli Ottomani fanno sì che ben presto essi possano tornare in forze. La Serenissima viene lasciata sola ad affrontarli nelle sue colonie, oltre all’impegno economico già impegnato; questo porta all’inizio del suo declino, che si manifesta anche nell’amministrazione della Magnifica Patria, con il nascere del banditismo, che affliggerà gravemente la Riviera per lungo tempo.
1580 il futuro santo vescovo Carlo Borromeo viene sulla Riviera in visita pastorale, fonderà un Monte di Pietà per pagare degli insegnanti che educhino i bambini poveri della zona.
1796, 17 agosto, arrivano a Salò le truppe napoleoniche che porteranno a breve alla fine della Magnifica Patria. Il 25 marzo giungono dei messaggeri da Brescia, che era insorta a favore di Napoleone, ma i salodiani decidono di rimanere fedeli alla Serenissima, allora le truppe bresciane e bergamasche attaccano la città ma vengono fermate. Il 20 maggio però Salò cede alle truppe francesi che le tolgono il titolo e l’indipendenza da Brescia; da quel momento non verrà più riformata un’unione all’interno dei territori della riviera.
Economia della Riviera di Salò
In tutta la riviera è presente l’agricoltura, specializzata nell’alta riviera nella coltivazione di limone e cedri. Su tutta la costa è presente anche la produzione di olio e vino in quantità pari al doppio del consumo interno. Per quanto riguarda la coltivazione del grano, la campagna è in grado di coprire unicamente il consumo interno per quattro mesi all’anno. Sui monti è presente anche la pastorizia di bovini e ovini.
Nella valle Sabbia è fiorente il commercio di legname e la produzione di utensili in ferro. A Salò è attiva una fiorente industria di refe del valore di 150000 ducati l’anno. A Toscolano dal XIV secolo si produceva la carta di eccellente qualità
A Desenzano ogni martedì si svolge un importante mercato di biade, mentre il sabato il mercato si svolge a Salò, dove si commercia ogni tipo di mercanzia. Il commercio su barche attraverso il lago collega facilmente le località rivierasche con quelle veronesi, trentine e mantovane. Il commercio delle biade, che raccoglie prodotti da tutta la val padana, è fonte di un florido contrabbando che non si riuscirà mai ad arrestare.
Amministrazione della Riviera di Salò
Gran parte della storia medievale è occupata dalla presenza di due grandi istituzioni, il Papato e l’Impero, impegnate nell’affermazione di quelli che ritenevano essere i propri diritti; tra queste due realtà si fa strada il Comune, che di volta in volta deve confrontarsi con l’autorità dominante, ma che punta costantemente alla conquista della propria autonomia; ….. tutto ciò può essere detto della Comunità della Riviera di Salò. La sua storia è costellata di fatti che, nel loro insieme, altro non furono che l’espressione della volontà dei Rivieraschi di costituirsi in un vero e proprio Stato … (A.Fedele).
La Riviera era composta da 42 comuni, 8 con particolari autonomie e gli altri suddivisi in 6 quadre (Gargnano, Maderno, Salò, Montagna, Val di Tenese, Campagna) e governata da un consiglio della comunità composta da 36 consiglieri che entrano in carica metà a gennaio e metà a luglio. Ogni quadra mandava 6 consiglieri. Tra questi venivano eletti trimestralmente 6 deputati, uno per quadra, incaricati di governare effettivamente la patria. Tutti i consiglieri non potevano essere imparentati direttamente (padri, figli o fratelli) o indirettamente (cognati, suoceri, nuori) con altri in carica e neppure con il sindico speciale. Al termine del loro mandato non possono essere rieletti per almeno un anno. Alla prima riunione di gennaio e di luglio sono presenti sia i consiglieri uscenti che quelli entranti, per un totale di 56 consiglieri. Il sindico speciale deve essere laureato e deve presenziare tutti i consigli di comunità per poter contrastare tutte le parti (leggi) presentate dai deputati, non può votare. La macchina amministrativa della Riviera si basava sugli Statuti (Criminalia, Civilia e Datiaria) e sulle figure rappresentanti la parte dominate (Visconti o Serenissima) nelle figure del Capitano (visconteo) o Provveditore (Serenissima) per la parte penale e del Podestà (mandato da Brescia) per la parte civile.
Qui sotto la Ruota che rappresenta la ciclicità dei consiglieri delle Quadre della Riviera di Salò
Fonti:
Marco Gerosa – Il Benaco nei ricordi e nelle sovrane bellezze
Bongianni Grattarolo – Historia della Riviera di Salò
Antonio fedele – Gli statuti Criminali della Comunità della Riviera del lago di Garda